Roma

Centocelle, il vecchio mercato ora è un suk

Marco Morello

I residenti di via dei Platani e di via delle Giunchiglie hanno dovuto lottare per tredici anni prima di ottenere il trasferimento di quell’odioso mercato che «tappava» case e negozi. La pace, però, non hanno potuto godersela nemmeno un giorno: mentre Veltroni tagliava il nastro della nuova struttura in largo della Primavera, per loro incominciava un nuovo calvario, ben più preoccupante rispetto al precedente. Via il traffico dei camion e dello scarico merci dalle 4 del mattino, mentre si chiudeva l’ingloriosa era dei parcheggi impossibili e del caos, ecco arrivare degrado e criminalità, in un grosso pacco dono che tutti loro avrebbero volentieri rispedito al mittente. Colpa dell’amministrazione che non si è curata di smontare e portare via i vecchi banchi e questi, ancora forniti di energia elettrica, sono diventati terreno di saccheggio e accampamenti per la notte. «Abbiamo paura - racconta Rosa -. Qui si aggira gente di tutti i tipi. Una signora domenica è stata aggredita, malmenata e derubata». Ogni spazio tra un banco all’altro è buono per nascondersi e saltare fuori al momento giusto, ma c’è davvero molto altro. Rame, ferro, vetri, tendaggi, tutto è strappato e portato via in malo modo salendo anche in cima ai tetti a pochi centimetri dai balconi, con nessuno che si azzarda a intromettersi per evitare grane. Un po’ ovunque ci sono lamiere piegate e sporgenti che possono davvero fare male a un passante distratto, fili scoperti tranciati che fino a qualche giorno fa emettevano pericolosissime scintille in mezzo alla strada. «Guardate qui - indica Luca, mostrando degli scarti di cibo consumato da poco -. Ed è meglio non parlare degli escrementi che iniziano a essere dappertutto». Rom, sbandati e anche una nutrita rappresentanza di tossici sono i nuovi occupanti di via dei Platani e via delle Giunchiglie: a pochi metri c’è il Sert, dove viene distribuito il metadone. E allora perché non sfondare le saracinesche e bivaccare lì vicino? «Di notte - dice Fabio alzando la voce - qua ci vuole l’esercito per passare».
Qualcuno non ce l’ha fatta più e per due volte tra sabato e domenica ha dato fuoco a cinque di quelle costruzioni fatiscenti, che ancora ieri puzzavano di bruciato. «È stato un tossico che bazzica i dintorni - azzarda Marta -. Ha sempre in mano dei pezzetti di carta e un accendino». Il dubbio che serpeggia è però un altro, ben più circostanziato e preoccupante. A renderlo manifesto ci pensa Sara senza alcun imbarazzo: «È stato uno di noi, ne sono sicura. In fondo come dargli torto. Bisogna intimorirli in qualche modo, oppure saremo invasi. Qui ci sono bambini che vanno a scuola, anziani che hanno smesso di fare la spesa. Non si può andare avanti così». Per evitare che i vigili del fuoco siano costretti ad altri interventi notturni e soprattutto che qualcuno rimanga ferito dalle fiamme o che peggio ci rimetta la vita, oggi l’Ama dovrebbe dare il via ai lavori di sgombero. Lavori che costeranno molto cari: per ogni banco occorreranno circa 2.500 euro, per un totale di 300mila euro, una cifra enorme. E i tempi per completare i lavori si prospettano lunghissimi: «È già successo con il mercato di via del Grano - racconta Alfonso Rossetti, consigliere di Forza Italia al Municipio VII -. Sono pronto a scommettere che la situazione peggiorerà fino a diventare cronica, conosco il modo di operare di questa amministrazione. È inconcepibile che le vie non siano state restituite subito alla cittadinanza e abbandonate in quelle condizioni».

La pace non abita più vicino al mercato di piazza dei Mirti: forse non ha mai bussato a quelle porte.

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