Centomila dollari di multa E ora che cosa farà monsieur Jean Todt?

La Ferrari ha contro anche il Codacons. Pronte le azioni legali per via del sorpasso di Alonso su Massa dopo fitte comunicazioni radio team-pilota. Il Codacons ha però una grande occasione: sono decine, centinaia, diciamo migliaia i ricorsi che può intentare, visto che, da sempre, ad ogni Gp accadono cose simili. Quanto al fattaccio, Alonso dice: «Non so cosa sia accaduto, Felipe stava andando un po’ lento e sono passato... Alla partenza ero stato stretto contro il muro da Vettel che ha pensato solamente a chiudermi così Felipe ci ha passati entrambi. Poi ho cercato di rimanergli sempre vicino e, quando lui ha avuto qualche difficoltà, l’ho sorpassato. Sono sicuro che Felipe ha pensato innanzitutto al bene della squadra». E il nerissimo Massa che ne pensa? Eccolo a caldo: «Meritavo di vincere e non credo di dover commentare, ma la squadra viene prima di tutto...». E a freddo: «Un pilota vuole sempre vincere quindi non posso essere completamente felice... Noi piloti dobbiamo pensare prima di tutto all’interesse della squadra ed è quello che ho dimostrato ancora una volta. A mio giudizio, non ci sono stati ordini di squadra: il mio ingegnere mi ha costantemente informato su quale fosse la situazione alle mie spalle, in particolare quando ero un po’ in difficoltà con le gomme dure: allora ho deciso di fare la cosa migliore per il team».
Quanto alla Ferrari, il team principal Stefano Domenicali è un po’ gioia e un po’ preoccupazione. Dice: «Era già da alcune gare che avevamo visto di essere cresciuti e ora abbiamo finalmente raccolto i frutti. Quanto alla decisione della giuria (i commissari hanno giudicato la squadra colpevole di aver impartito degli ordini di scuderia violando l’articolo 39.1 che vieta ai team di interferire sul regolare svolgimento del Gp, ndr), nell’interesse dello sport abbiamo deciso di astenerci dall’avvio della procedura di appello, confidando che il Consiglio Mondiale saprà valutare correttamente». E sul sorpasso in questione: «Alonso è riuscito a passare al comando quando il suo compagno ha deciso di non creare una situazione di rischio, alla luce della rimonta di Vettel».
Già, la sentenza dei commissari Fia: centomila dollari di multa e convocazione a settembre davanti al Consiglio mondiale Fia presieduto da Jean Todt. Che cosa potrà accadere? Di sicuro la Ferrari della riscossa dovrà correre le prossime gare sapendo che nella peggiore delle ipotesi, a inizio autunno, i punti tedeschi potrebbero, puff, sparire. Di sicuro, però, la Ferrari sa bene che in quel caso potrebbe scatenarsi un domino devastante per le classifiche del mondiale visto che in Turchia messaggi radio ancora più espliciti furono inviati («consumi troppo» a Button, «consumi troppo» a Webber) dai rispettivi team (McLaren e Red Bull) desiderosi di preservare l’uno Hamilton e l’altro Vettel. Non solo: andrebbero riviste molte altre situazioni. Sarà comunque curioso vedere come affronterà il tema il presidente Fia Jean Todt, uomo di grande esperienza quanto a gestione di gare e che nell’era di Schumi alla Ferrari si trovò spesso a impartire questi ordini (celebre il caso Zeltweg). Si obietterà: ma all’epoca non erano vietati. Vero. Ma vero anche che Jean Todt è il primo, visto che l’ha provato sulla propria pelle, a sapere quanto il divieto agli ordini di scuderia sia un divieto idiota.
Tutto questo senza sottovalutare il comprensibile dispiacere di Massa che voleva cancellare con un successo l’anniversario dell’incidente di Budapest e l’altrettanto giustificata sollevazione popolare in Brasile («Vittoria immonda» è uno dei titoli più soft). Fa poi sorridere che uno dei punti che i giudici contestano alla Rossa sia quel «sorry» con cui l’ingegnere di macchina di Massa, Smedley, conclude la comunicazione con cui gli fa capire che dovrebbe pensare al bene della squadra.

Nulla di strano, farà sapere la Ferrari, «tra Smedley e Felipe c’è un rapporto umano molto stretto, sono cresciuti assieme da noi, ovvio che fosse dispiaciuto, sapeva benissimo che per Massa non era stata una decisione semplice da prendere. Felipe l’aveva già fatto nel 2007 per Raikkonen e il finlandese aveva agito allo stesso modo, in suo favore, l’anno dopo in Cina».

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