Tante volte noi occidentali abbiamo chiesto al mondo islamico moderato di lanciare un segnale di conciliazione. Ora è arrivato. Ed è forte: 138 capi religiosi di ogni confessione musulmana da quattro continenti hanno inviato una lettera a Benedetto XVI e ai maggiori leader delle Chiese cristiane in cui invitano al dialogo e alla comprensione reciproca. Come dire: voltiamo pagina e iniziamo una nuova era.
La lettera, diffusa dallIstituto reale per il pensiero islamico di Amman, si intitola «Una parola comune tra noi e voi», rileva che «musulmani e cristiani insieme rappresentano più della metà della popolazione della Terra». E che dunque senza pace e giustizia tra queste due comunità religiose, non può esserci pace nel mondo».
Già, ma come raggiungere unintesa certo non facile? Attraverso lamore in Dio e lamore per il proprio vicino, rispondono. Principi che «sono comuni allIslam, allebraismo e al cristianesimo». E nelle 29 pagine di un documento affascinante citano diversi passaggi del Corano, del Vecchio e del Nuovo Testamento, in cui il messaggio coincide. Gesù parla come Maometto, Maometto come Gesù.
In gioco non cè solo «un cortese dialogo ecumenico, ma il futuro dellumanità», perché «con la terrificante capacità distruttiva i destini di musulmani e cristiani sono intrecciati come mai prima dora, perché nessuno potrebbe vincere un conflitto di queste dimensioni». E allora no alla violenza, scrivono i 138 capi religiosi tra cui sciiti, sunniti, sufi, il Gran Muftì dEgitto, e quello di Istanbul, Mustafa Cagrici, che lo scorso dicembre pregò con Benedetto XVI nella Moschea Blu. «Diciamo ai cristiani che non siamo contro di loro, così come non lo è lIslam, almeno fino a quando loro non decidano di muovere guerra ai musulmani, di opprimerli e di cacciarli dalle loro case a causa della loro religione». Anche no ad Al Qaida e ai gruppi fondamentalisti armati? «Coloro che trovano gusto nel conflitto e nella distruzione, considerandoli i mezzi per raggiungere la vittoria, sappiano che mettono in gioco le anime immortali». Sembra una scomunica, sebbene formulata in modo generico.
Le prime reazioni cristiane a un passo, che è senza precedenti, sono positive.
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