Centrale del latte, l’enigma insoluto

C’è un giallo sul futuro e sul presente della centrale del Latte, l’azienda al centro di uno dei casi più imbarazzanti per il Campidoglio, la cui cessione alla Cirio di Cragnotti fu fortemente voluta, nel ’97, da due attuali esponenti del governo Prodi che all’epoca erano sindaco e assessore al Bilancio del Campidoglio: Francesco Rutelli e Linda Lanzillotta. Quella cessione, e la successiva vendita a Parmalat in barba al bando di gara, è stata poi cancellata dal tribunale amministrativo regionale. La sentenza del Tar che accoglieva quasi in toto le richieste della «Fattorie Latte Sano» contro comune, Cirio e Parmalat è ormai vecchia di otto mesi.

Ma i giudici amministrativi, annullando quella vendita del ’97, avevano concesso molto meno di 240 giorni al Campidoglio per decidere in che modo ottemperare alla loro decisione: cancellata l’aggiudicazione, l’amministrazione comunale poteva decidere se rinunciare alla dismissione e tornare a gestire l’azienda o indire una nuova gara, stavolta regolare. E invece non solo nei trenta giorni concessi per la scelta, ma anche da quel 21 marzo a oggi, il comune ha optato per una strada alternativa: il silenzio.

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