Centrale, negli ultimi sei mesi oltre 40 casi di scabbia e tbc

Francescani e City Angels assistono ogni giorno centinaia di sbandati. Il 70 per cento sono stranieri, provenienti da 45 Paesi, molti hanno bisogno di cure mediche

La Centrale che inghiotte vite umane, punto di approdo per un esercito di centinaia di emarginati. Persone con le radici spezzate e casa in piazza Duca D’Aosta. Popolo di nuovo sotto accusa visti gli ultimi episodi di violenza fotografati davanti all’ingresso monumentale, da sempre sotto osservazione grazie all’operato della pubblica assistenza e del privato sociale.
E la marea dell’emergenza, anziché rientrare con l’arrivo dell’estate, quest’anno sta crescendo. Parola di volontari e operatori della Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi e dei City Angels, che assieme ad altre associazioni si alternano agli sportelli del «Centro di aiuto in Stazione Centrale», la rete di salvataggio gettata sette anni fa dal Comune - primo intervento di questo genere in Italia - tra i binari dell’emarginazione. I numeri danno un’idea del fenomeno: 16mila persone fino ad oggi hanno bussato negli uffici della biglietteria Est per formulare 38mila richieste d’aiuto. Nel 70 per cento dei casi si tratta di stranieri, per lo più irregolari e provenienti - si stima - da qualcosa come 45 nazioni, mentre da gennaio sta montando l’afflusso dei nuovi arrivati: romeni e bulgari su tutti. Il restante 30 per cento è composto da italiani disadattati, abbandonati, clochard «cronici».
Di notte cambia il volto dei bisognosi. Quasi «scompaiono» i clandestini, riappaiono i tanti italiani in cerca di un letto nei dormitori. È qui che scattano le visite mediche negli ambulatori del centro per ottenere il certificato di idoneità sanitaria. Una prassi che in alcuni casi (su oltre 2mila controlli annuali) ha svelato drammatiche sorprese. «Quest’inverno abbiamo riscontrato oltre venti casi di tubercolosi e altrettanti di scabbia», riferiscono gli operatori «sul campo» della Fondazione Fratelli di San Francesco. Malattie debellate da decenni nel mondo occidentale che tornano a colpire agli angoli dei marciapiedi in Centrale o nella vicina via Vittor Pisani, nei rifugi di fortuna in tanti edifici dismessi e con totale assenza di igiene. «Capita che troppi disperati dormano ammassati in ambienti malsani, e questo fa esplodere i focolai delle epidemie - continuano -. Dal punto di vista sanitario, il nostro compito si esaurisce una volta rilevate le patologie e indirizzati i malati negli ospedali cittadini. Quindi la segnalazione al servizio Igiene Pubblica della Asl». Morale: «Nessun allarmismo inutile», ma situazione da controllare senza abbassare mai la guardia. «Dopotutto sono persone che prendono i mezzi pubblici ogni giorno», avvertono i volontari.
Secondo le ultime statistiche dell’Oms e del San Raffaele i nuovi casi di tubercolosi diagnosticati ogni anno in città sono tra i 400 e i 500. Carla De Albertis, assessore comunale alla Salute, osserva: «La prevenzione e il trattamento delle malattie infettive è governata nel migliore dei modi dall’Asl e dalle linee guida della Regione. Quanto alla questione della sicurezza, l’unica strada praticabile, prima ancora che la via assistenziale, è il presidio fisso e costante delle forze dell’ordine in stazione Centrale».

Auspicio condiviso dalla responsabile dei Servizi sociali, Mariolina Moioli: «Ormai non basta più quello che Milano mette in campo - ed è tanto - per rispondere alla marginalità. Urge una presa in carico del governo nei confronti dei flussi migratori, perché la Centrale è la porta della città».

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