Francesca Angeli
da Roma
La questione dellenergia manda in black out lUnione e il comitato no coke di Civitavecchia fa nero Romano Prodi.
Sulla riconversione a carbone della centrale di Valdaliga e più in generale sul programma energetico del centrosinistra il leader dellUnione è stato sempre piuttosto evasivo. E se mai ha azzardato qualche affermazione più decisa lha poi contraddetta da solo, sostenendo lopposto a distanza di pochi giorni. Una settimana fa, intervenendo al convegno di Confindustria di Vicenza, il Professore aveva detto che tra gli obiettivi del centrosinistra cè quello di abbassare il costo dellenergia del 20 per cento in cinque anni. Poi aveva aggiunto: «Bisogna continuare le trasformazioni delle centrali a carbone già decise», come se niente fosse. Come se non sapesse che il governatore del Lazio, il suo alleato Piero Marrazzo, tallonato dai comitati cittadini e incalzato da Legambiente e Verdi, ha bloccato i lavori di riconversione della centrale Enel con unordinanza subito contesta dal gruppo elettrico che ha già investito nel progetto 1.125 milioni di euro. Il ricorso al Tribunale amministrativo da parte dellEnel contro lordinanza di Marrazzo è stato respinto e per ora i lavori restano fermi. Le dichiarazioni di Prodi però hanno impensierito il movimento no coke che ha quindi deciso di mettere il Professore con le spalle al muro andando a scovarlo al teatro Ambra Jovinelli di Roma, dove ieri Prodi partecipava ad un convegno.
Una quarantina di cittadini piuttosto esasperati hanno chiesto conto al leader dellUnione delle dichiarazioni rilasciate a Vicenza. Prodi messo alle strette inizialmente ha scelto la linea Ponzio Pilato: meglio lavarsene le mani. «Non mi sono intromesso e ho lasciato a Marrazzo la decisione - ha replicato Prodi -. Il caso Civitavecchia non è stato portato al tavolo del programma dellUnione». Peccato però che i rappresentanti del Movimento di Civitavecchia ricordassero bene come nellottobre scorso il Professore avesse loro detto che esistevano tutte le ragioni per condividere e sostenere la lotta dei cittadini contro la riconversione mentre ora sembra aver cambiato idea. «Abbiamo spiegato al professor Romano Prodi che se è per la riconversione a carbone di Torrevaldaliga non lo riteniamo il nostro presidente, anche se una parte della coalizione che lo sostiene ha firmato la nostra piattaforma contro luso del carbone», ha commentato poi il portavoce dei no coke, Alessandro Manuedda. «Prodi ci ha confermato di essere favorevole al completamento dei lavori di riconversione a carbone già avviati - ha aggiunto Manuedda -. Ora è importante che i partiti che hanno sottoscritto la nostra piattaforma, di cui renderemo noto lelenco completo, chiariscano a Prodi che la sua posizione sulla politica energetica non rispetta le scelte dello schieramento di centrosinistra».
Il nodo cruciale anche rispetto alla questione energetica è quello di sempre per il centrosinistra: non cè accordo. Verdi, estrema sinistra e anche gli esponenti della Margherita locali spingono per bloccare la riconversione della centrale. Il coordinatore comunale della Margherita, Valentina Carluccio, sostiene a tutela della salute dei cittadini che quella del carbone «è una scelta dannosa che condanna la città ed il suo territorio ad uno sviluppo con la testa rivolta allindietro».
Ma per lautorevole ed ascoltato senatore della Quercia, Franco Debenedetti, è la scelta di Marrazzo ad essere dannosa.
A questo punto non resta che chiedersi come fa il Coordinatore regionale di Forza Italia Lazio, Beatrice Lorenzin: «Qual è il programma energetico di Prodi?».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.