Centri sociali, dodici ancora fuorilegge

Una piccola grande mappa dell’illegalità. È quella dei centri sociali occupati, stabili di proprietà del Comune o di privati che non riescono a tornare in possesso dei locali di cui continuano a pagare regolarmente le imposte. A Palazzo Marino o allo Stato, ma che non sono più loro. Persi, usurpati da quelli che una volta si chiamavano extraparlamentari di sinistra, poi autonomi, sinistra radicale, più recentemente no global o movimenti come tanto piace ai radical chic nei salotti buoni della borghesia meneghina. Quella tutta affari e strizzate d’occhio ai giovani alternativi, vacanze a Courma e al Forte, ma a parole tanta simpatia per chi in un mese deve vivere con il corrispondente della mancia al cameriere del ristorante vip.

«Altro che feste per i quartieri - accusa il vicesindaco Riccardo De Corato -: qui si allevano terroristi e fiancheggiatori delle Br, come si legge nelle ordinanze di tanti magistrati. E poi i graffiti, le devastazioni, il degrado in cui precipitano le zone intorno. Per di più oggi lì dentro finiscono anche i rom che noi sgomberiamo». (...)

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