Centro diagnostico: «No ai turisti per caso»

Basta una puntura d’insetto o un banale colpo di calore, per trasformare il più bel paradiso tropicale in una specie d’inferno. Lo può testimoniare chi ha viaggiato come turista nel Sud-Est asiatico, in Africa, in America Centrale. Quest’anno poi, su alcune mete esotiche, pesa l’incognita dell’influenza A, la cosiddetta «febbre suina».
Per chi sogna comunque le spiagge del Messico o vuole muoversi con le dovute precauzioni a spasso per il pianeta, da tre anni esiste un utile strumento di appoggio.
Anche quest’estate il Centro Diagnostico Italiano (CDI) attiva il servizio di consulenza telefonica estiva del suo ambulatorio di Medicina del viaggio. Da ieri sino alla fine di settembre, ogni giorno dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 19 alle 21, chi parte per le vacanze può chiamare lo 02 48317304. Per confrontarsi con uno specialista del CDI e avere tutte le informazioni necessarie per viaggiare sicuro: dall’indicazione dei documenti sanitari da portare con sé alla lista di quali alimenti consumare e quali evitare, dalla piccola farmacia da tenere in valigia alle vaccinazioni necessarie. Un servizio gratuito, al solo costo della telefonata.
Nel 2008 più di 2000 persone hanno interpellato il servizio di consulenza. Molte le domande sulla malaria: come si trasmette, quali sono le zanzare che ne sono portatrici e quali sono i sintomi. Claudio Droghetti, medico specialista in Idrobioclimatologia medica e responsabile dell’Ambulatorio di Medicina dei viaggi del CDI di Milano, spiega in proposito che «c’è molta disinformazione sulla profilassi, cioè su quei farmaci utili a ridurre il rischio di contrarre la malattia. Molti sono convinti che siano dannosi e che sia meglio contrarre la malaria piuttosto che avere qualche effetto collaterale delle medicine. Non c’è nulla di più falso e pericoloso».
Poi, come detto, c’è il fantasma della «suina». Spiega Droghetti: «Anche se il numero delle persone contagiate dall'influenza A si sta riducendo, permane una situazione di emergenza sanitaria e non si deve abbassare la guardia. Meglio limitare la frequentazione di luoghi pubblici non arieggiati, lavarsi spesso le mani, rispettare le norme igieniche di base e appena si ha qualche sospetto rivolgersi a un medico o ad un ospedale».
Negli anni passati, le richieste d’informazioni hanno spaziato dall’antitetanica all’epatite A, dalla meningite alla poliomielite. Se la scelta di viaggio cade su mete a rischio di febbre gialla, al CDI è possibile sottoporsi alla vaccinazione antiamarillica. Continua il dottor Droghetti: «Comunque la prevenzione non si fa solo con i farmaci: per metterci al riparo dalle brutte esperienze è sufficiente usare i sensi, vista, gusto e olfatto, e il buon senso».
E dunque: se si è affetti da una qualche patologia occorre portare con sé le medicine della terapia che si sta seguendo. Bisogna mettere in valigia una piccola farmacia da viaggio con almeno un antipiretico, un antibiotico a largo spettro e fermenti lattici.

Ma può anche essere utile informarsi sul Paese dove si andrà, sui suoi rischi sanitari e su qual è il livello di assistenza sanitaria fornita. E ricordarsi, soprattutto, di consumare alimenti giusti: cotti e non crudi, frutta che si può sbucciare, latte di origine certa e acqua solo da bottigliette ancora sigillate.

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