Centro Est, crisi senza fine. La Lega cambia l’assessore

(...) una lettera lapidaria inviata al coordinatore del Pdl genovese Giorgio Bornacin e allo stesso minisindaco: «Ribadiamo l'intenzione di avere un nostro ruolo nell'ambito della costituenda giunta municipale e in relazione a ciò la medesima segreteria politica si riserva entro breve di indicare il nome dell'assessore leghista». Comunicato che significa rottura: «La Lega Nord non accetta nessuna imposizione di nomi e ruoli ma chiede dignità politica - spiega Bruno Ferraccioli, segretario organizzativo del Carroccio ligure -. Noi abbiamo saputo della decisione di indicare il nostro capogruppo Conte come assessore solo dopo che Cimaschi ha consegnato la delibera della giunta. Un atto di scarsa sensibilità politica perché i nostri uomini gli scegliamo noi».
Eppure, sembrava tutto fatto. Tanto che si diceva che Conte fosse felice e lusingato nei giorni scorsi dopo l’assegnazione del ruolo. Qualcosa sembra essere cambiato visto che lo stesso consigliere ieri sera smentiva: «Non ho partecipato agli incontri in cui sono stati scelti i soggetti che compongono la squadra - sono le parole di Gianalberto Conte -. Io sono stato informato per telefono a cose fatte senza che potessi confrontarmi con i miei dirigenti». Il capogruppo del Carroccio racconta di avere difficoltà a ricoprire quella carica per mancanza di tempo: «Da tempo avevamo indicato la collega Milena Pizzolo come assessore, ma se verrà ritenuto opportuno sono pronto anche a starci in giunta. Insomma, rimetto ogni decisione alle scelte dei miei dirigenti». Purtroppo per il centrodestra, però, non basta sostituire un nominativo con un altro per far tornare i conti. la delibera di giunta è stata depositata e da quei nomi non ci si schioda: se stasera i due consiglieri della Lega Nord decidessero di non appoggiare la giunta voluta da Cimaschi con Conte assessore si scioglierebbe il Municipio.
«È un fulmine a ciel sereno, ma dopo tutto cosa posso dire: questo è il Centro Est», il presidente Enrico Cimaschi è sconsolato e senza parole. Assicura che l’accordo aveva avuto il benestare sia dai dirigenti del Pdl sia da quelli della Lega Nord e si affida al buonsenso dei leghisti: «Quella di indicare i capigruppo di maggioranza è stata una scelta di coerenza istituzionale - precisa -. Ci siamo presi una responsabilità politica di fronte alla cittadinanza e domani (oggi per chi legge) chi voterà contro, non si presenterà o si asterrà avrà su di sé la responsabilità di un fallimento».


Parole che fanno rima con quelle del capogruppo del Pdl Luciano Gandini che lancia addirittura un salvagente per far sì che stasera il centrodestra salvi il Municipio: «Votiamo questa giunta, poi se Conte non se la sentirà di stare in squadra si dimetta e voteremo un sostituto. Per tutto il resto mi taccio». Sarà un finale carico di suspance.

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