È ancora bufera sul centro trapianti di Genova. La riorganizzazione proposta dalla Regione per lUnità di San Martino non piace né ai pazienti né ai consiglieri regionali di opposizione della Lista Biasotti. Aldo Siri e Lorenzo Pellerano infatti si dicono perplessi su quanto hanno scoperto che presto il Centro Trapianti sarà guidato dal professor Gianluca Grazi, chiamato direttamente e proveniente da fuori Regione, da Bologna. «Ci pare unazione contraddittoria rispetto alla decisione, condivisa da maggioranza ed opposizione, di abrogare il dipartimento trapianti regionale che a fronte un costo annuo di circa 20 milioni di euro, ha effettuato negli ultimi due anni solo 41 trapianti di fegato», dicono i due consiglieri.
Proprio l'attività del trapianto di fegato è ormai sospesa da 6 mesi, fatto che ha «scandalizzato» il mondo scientifico che avrebbe espresso parere più che favorevole alla riorganizzazione dellattività del centro con la creazione di due Unità dipartimentali: una dedicata ai trapianti di fegato e laltra ai trapianti di pancreas.
«Questa soluzione consentirebbe certamente di risparmiare molte risorse e di valorizzare le figure oggi presenti nellambito del trapianti del fegato: è fuor di dubbio che la chiamata di una persona esterna implica un aumento dei costi oltre che una penalizzazione per quei medici già esistenti che operano con professionalità e competenza allinterno della struttura come, ad esempio, il dottor Enzo Andorno che da diversi anni dirige la chirurgia dei trapianti di fegato», spiegano i consiglieri, dando voce al pensiero di molti pazienti trapiantati e in attesa di trapianto.
E confrontando il curriculum del dottor Andorno con quello del professor Grazi si nota che, a livello di numeri, lattività del primo è nettamente superiore a quella del secondo, sia per quanto riguarda i trapianti di fegato (oltre 500 contro i circa 300), sia per gli interventi con la tecnica dello split (100 contro 2).
«Nonostante i proclami di molti esponenti del centro sinistra - concludono Siri e Pellerano - la Regione si è attivata per chiamare un esterno alla guida del Centro Trapianti, dimostrando di non preoccuparsi dello spreco di risorse ma, soprattutto, dimostrando di non essere coerente con le decisioni prese: ad un progetto di potenziamento dell'offerta sanitaria, con contestuale risparmio, si preferisce la difesa di una organizzazione obsoleta e costosa».
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