Antonio Signorini
da Roma
La vicenda Telecom «mette a rischio la credibilità internazionale dellItalia, soprattutto sui mercati finanziari». Prima scandalizzati per il dossier di Angelo Rovati. Poi infuriati per lindisponibilità del premier Romano Prodi a riferire in Parlamento. Infine, dopo le dimissioni di Marco Tronchetti Provera, ancora più convinti che serva fare chiarezza. E che a farlo, debba essere il presidente del Consiglio in persona; non un altro membro del governo, come probabile. Gli sviluppi della vicenda Telecom hanno scatenato nel centrodestra, per una volta unito, un crescendo di indignazione. E anche forte preoccupazione, come quella del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi per le ripercussioni negative sullimmagine del Paese. Quella di Prodi e dei suoi collaboratori, secondo Berlusconi, è stata una prova da «dilettanti allo sbaraglio».
Al centrodestra preme sentire la versione dei fatti del presidente del Consiglio. Il «ma stiamo diventando matti?» di Prodi è stato giudicato un atto ai limiti della democrazia, ma anche una prova di debolezza politica. «Larroganza di Prodi dimostra il suo nervosismo. Perché non viene in Parlamento? Cosa ha da nascondere?», si è chiesto Gianfranco Fini. «Perché - ha aggiunto il leader di Alleanza nazionale - Prodi ha detto che non sapeva nulla e poi si è scoperto che Palazzo Chigi aveva commissionato a una banca di affari un piano di ristrutturazione di Telecom?». Le dimissioni del presidente del gruppo non chiariscono nulla. Anzi, aggiunge Fini, la vicenda «si fa sempre più oscura e Prodi adesso non può più fare battute arroganti». Sulla stessa linea anche il presidente dei deputati leghisti Roberto Maroni. E lazzurro Guido Crosetto, che loda Tronchetti Provera: «Ha dimostrato un senso delle istituzioni che nessuno invece nellattuale governo ha dato limpressione di conoscere».
Dietro ai fatti cè chi legge un disegno politico. Secondo il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, «qualora fosse confermata la nomina a presidente dellonnipresente Guido Rossi ci troveremmo di fronte a una sorta di colpo di mano e di commissariamento o autocommissariamento per stato di necessità». Adesso «La pericolosità e lirresponsabilità di Prodi sono davanti a tutti. In primo luogo ai mercati nazionali e internazionali che reagiscono immediatamente a ogni mossa avventata. A parte landamento del titolo Telecom - osserva lesponente azzurro - Prodi è stato capace di creare problemi alla General Electric e alla Time Warner, che ha chiamato in causa nel corso del suo attacco a Tronchetti Provera». Insomma, «una disfatta del libero mercato nel nostro Paese».
Il coordinatore degli azzurri Sandro Bondi punta i riflettori proprio sugli effetti finanziari. «Mi rendo conto che lazione penale è obbligatoria e un certo interesse non solo politico ma giudiziario potrebbe sollecitare qualche Procura ad esaminare se non si sia verificata unalterazione forzata del corso di titoli quotati in borsa. Questipotesi criminosa - ricorda Bondi - si chiama aggiotaggio». Se tutto questo «fosse avvenuto a parti invertite, con un governo Berlusconi, sarebbe scoppiato il finimondo», osserva il portavoce dellex premier Paolo Bonaiuti. La strategia del governo, secondo Cicchitto, deve essere contrastata con una «opposizione netta e rigorosa che raccolga la giustificata domanda che viene dal nostro elettorato».
E per una volta non si tratta di una polemica con i centristi dellUdc, che hanno condannato Prodi e il governo di centrosinistra. Dalla festa del partito di Fiuggi è stato un susseguirsi di dichiarazioni sul caso Telecom.
Dopo le dimissioni del presidente di Telecom è sceso in campo anche Pier Ferdinando Casini secondo il quale la decisione di Tronchetti Provera «dimostra ancora di più che si tratta di una vicenda con troppi punti oscuri che vanno chiariti anche nelle sedi parlamentari». Per il segretario nazionale Lorenzo Cesa «è inaudito che il premier si rifiuti di informare con tempestività il Parlamento» Si tratta «di un vero esproprio delle prerogative del Parlamento».
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