Adalberto Signore
da Roma
«Il Movimento per lautonomia resta al centro del campo» perché siamo un partito «che non baratta vantaggi personali e poltrone per i suoi ideali». Quando prima della pausa natalizia da Palermo è rimbalzato in Transatlantico lappello di Raffaele Lombardo ad «alleanze tecniche», nellUdc più duno ha iniziato a perdere le staffe. E questa volta, tra i censori dellex compagno di partito, oggi leader dellMpa, non ci sono solo i siciliani, da tempo in rotta di collisione con leurodeputato e presidente della provincia di Catania. Qualche smorfia, infatti, arriva pure dalle parti dei fedelissimi di Casini e persino tra i folliniani si allargano le mani come a dire e mo basta. «Lombardo ha messo un banchetto in mezzo alla strada - è la sintesi di un importante esponente centrista - e si offre al migliore offerente. Come al mercato...». Insomma, la misura è piena. Anche perché - suggerisce più di un siciliano - dopo la sconfitta di Luigi Ragno alle amministrative di Messina, pure dentro An cè più di un malumore. Perché - questa la lettura più accreditata nella Cdl - al ballottaggio, allesponente di An sarebbero mancati proprio quei voti incassati da Lombardo al primo turno (il 7,3%). E poi - rincara la dose ludc Filippo Maria Drago - «a Catania non si è mai vista una gestione così clientelare del potere, neanche ai tempi della vecchia Dc». Così, se pure nellUdc cè chi continua a trattare per un ingresso dellMpa nella Cdl il clima sembra essersi fatto più teso.
Certo, Rocco Buttiglione va avanti con le esplorazioni, e anche il segretario dellUdc, Lorenzo Cesa, ha mandato un ambasciatore a trattare con il leader autonomista. I colloqui, però, non sembrano aver avuto esito positivo. Anzi. «Lombardo dice che vuole restare al centro del campo - spiega un dirigente udc - ma poi ci accusa di ignorarlo e minaccia di guardarsi intorno. La verità è che la decisione lha già presa, altrimenti DAlema non si sarebbe mai preso la briga di andare fino a Bari per il congresso dellMpa». Insomma, secondo buona parte dei centristi (e dei siciliani di An e Forza Italia) il dado è tratto: alle politiche Lombardo andrà con lUdeur, alle regionali da solo. Possibilmente, restando tra color che son sospesi, fino allultimo momento utile. Così, nella Cdl si prepara la controffensiva: una manifestazione messa in calendario per il 10 gennaio (dellorganizzazione se ne sta occupando Francesco Saverio Romano) nella quale formalizzare la ricandidatura di Salvatore Cuffaro alla presidenza della Regione Sicilia. I catanesi vorrebbero si tenesse a Catania, terra di Lombardo, proprio per dare un segnale. Gli altri, invece, puntano a mobilitare Palermo, città natale di Rita Borsellino, la candidata dellUnione. Insomma, un modo «per fare uscire Lombardo allo scoperto» perché dovrà decidere se appoggiare o no Cuffaro, sulla cui candidatura, peraltro, cè ancora più di un dubbio (in molti fanno il nome di Stefania Prestigiacomo).
«A quel punto - dicono nellUdc - se Lombardo deciderà di chiamarsi fuori sarà bene che Cuffaro tolga subito la delega allassessore alla Sanità». Nella Cdl, infatti, in molti pensano che il leader dellMpa abbia il peso e linfluenza che ha anche in virtù degli incarichi che lui e i suoi (tra cui cè proprio lassessore Giovanni Pistorio) ricoprono grazie ai voti dellUdc.
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