Centrodestra, il rilancio in quattro atti

La sconfitta c'è stata, un ciclo sta finen­do. Meglio ammetterlo e ripartire da lì, in quattro atti. Non ha senso andare a votare oggi se c'è una maggioranza in Parlamento. Perciò anda­te avanti col governo per realizzare il più possibile e al meglio possibile

Centrodestra, il rilancio in quattro atti

La sconfitta c'è stata, un ciclo sta finen­do. Meglio ammetterlo e ripartire da lì, in quattro atti.

Primo, accettare che un ci­clo sia concluso non vuol dire buttarsi dal treno in corsa e aprire crisi al buio. Non ha senso andare a votare oggi se c'è una maggioranza in Parlamento. Perciò anda­te avanti col governo per realizzare il più possibile e al meglio possibile. Vi prego, non solo la riforma della giustizia; anzi la riforma della giustizia si potrà fare solo se si faranno le altre, dal fisco al lavoro, dalla pubblica amministrazione alla famiglia.

Secondo. Berlusconi annunci che a fine legislatura non si candida più e si riparta dall'ipotesi di una terna che rappresenti la continuità con il governo attuale e l'alle­anza con la Lega. Una terna con Tremonti affiancato da un esponente che rappre­senti il mondo cattolico ed uno che rap­presenti la destra nazionale e sociale. Lui esca alla grande, come vi entrò e come vin­se tre volte.

Terzo. Riaprite il dialogo con Casini, prospettandogli che se la può giocare con Tremonti; è nel suo interesse puntare sull' eredità più che sulla terzietà. Nel primo può diventare premier o partner di Tremonti, nel secondo resta inchiodato al gioco dei due forni con i due fornaretti, Rutelli e Fini.

Quarto. Rifondare il Popolo della liber­tà con guida unica, magari giovane. Oggi il Pdl ha tre coordinatori e un solo conteni­tore.

Si proceda a contrario: un solo segre­tario e tre anime visibili, in modo che sia una confederazione tra liberali, cattolici e destra. Meglio una confederazione che lo sfascio. E su questa base rilanciare un grande progetto politico, culturale e civi­le, costruendo un'adeguata rete per arti­colarlo.

E Berlusconi? Ora si concentri sul gover­no e sulle opere; poi può puntare, ma sen­za farsi illusioni, sul Quirinale (la vedo dif­ficile); infine deciderà tra la presidenza del Pdl o ritirarsi a vita privata. Ma la sua fuoruscita sia compensata dalla garanzia che con il suo mandato politico finisce an­che l'accanimento giudiziario. E al Quiri­nale? Il candidato di partenza più credibi­le resta Letta. Ma in alto e in basso riaprite le iscrizioni. Dopo il super-leader riparti­te da un'idea.
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