Il centrodestra ritira le firme contro il governo

(...) Il giorno dopo, in realtà, le posizioni sono molto differenti. Come diverse sono le anime del costituendo Pdl. Come diverse, soprattutto, sembrano le realtà di chi opera a Roma o in Liguria. Appena ieri dalle colonne del Giornale il coordinatore regionale (e deputato) di Forza Italia, Michele Scandroglio aveva richiamato all’ordine gli esponenti del partito che esprimevano le loro opinioni personali su singoli argomenti. Ora dal Senato si aggiunge la reazione forte di Giorgio Bornacin (An) che si dice «spiacevolmente colpito dalla posizione assunta dal gruppo di Forza Italia sull’ordine del giorno sulla scuola». La sua incredulità riguarda il fatto «che le firme di esponenti azzurri di primo piano affiancavano quelle della sinistra, proprio in un momento in cui tutto il Pdl è impegnato a ribaltare tesi diffamatorie e falsità contro il governo e il ministro Gelmini».
I gruppi di Forza Italia e dei Moderati per il Pdl hanno provato a spiegare che loro non sono certo contro il ministro. «Ho letto sia l’ordine del giorno, sia le loro spiegazioni - replica Bornacin - Ma si arrampicano sugli specchi. Prima di firmare certe cose si potevano almeno consultare con i partiti». Stessa tesi che da An viene sostenuta anche dal coordinatore provinciale Gianfranco Gadolla. Che ribadisce come sia inutile parlare di strumentalizzazione. «Non vedo come ci si possa anche solo accostare alle tesi della sinistra su questi temi in questo momento - incalza - Anche nel metodo, nella forma». Ma il problema resta uguale anche per le recenti divisioni sulla questione moschea e sulla riforma di legge elettorale. «Una coalizione dovrebbe essere compatta - interviene Gadolla - Di ogni posizione si dovrebbe prima discutere all’interno. Il senatore Musso doveva parlarne prima con gli altri, ma una volta uscita la sua posizione è comunque sbagliato rispondergli pubblicamente». Sulla legge elettorale, Gadolla ne ha per tutti: «Quella attualmente usata in Italia è assurda. Con poche preferenze, anche 500, c’è chi viene eletto, mentre resta fuori chi ha centinaia di migliaia di voti. E poi con le preferenze, in questo collegio elettorale, rischiano di passare solo quelli molto ricchi che possono investire in campagna elettorale».
E in consiglio regionale, dov’era An? «L’ordine del giorno sulla scuola non lo abbiamo firmato - fanno notare il capogruppo Gianni Plinio e il consigliere Alessio Saso - Anzi, siamo presentatori di un’altra mozione di pieno sostegno alla Gelmini». Però sull’ordine del giorno per salvare le preferenze, i nomi di Plinio e Saso ci sono. «È un’altra questione - assicura Plinio - Il confronto all’interno del Pdl è ancora aperto e anzi autorevoli esponenti di An insistono per lasciare un po’ di scelta al cittadino».
Insomma, si torna a Forza Italia. Il capogruppo Gabriele Saldo ha sottoscritto l’ordine del giorno anti preferenze, mentre su quello per la scuola c’è la firma di Luigi Morgillo. «Abbiamo ritirato la nostra firma sul documento per la legge elettorale - premette subito Saldo - In buona fede credevamo che fosse un discorso relativo alla legge regionale. Ci siamo resi poi conto che oltrepassava le competenze regionali e abbiamo tolto l’adesione». Morgillo va oltre: «È stata fatta disinformazione, quell’ordine del giorno non esiste neppure, perché finché non esce dall’ufficio di presidenza non esiste. Non so perché sia stato scritto che l’abbiamo firmato». Ad esempio perché c’è un foglio con le firme autografe? «Infatti adesso sono state ritirate, e questo va detto», è la replica.
Sul caso scuola invece la spiegazione è basata sulla strategia politica. «Abbiamo aderito a quell’ordine del giorno per impedire che l’argomento scuola venisse dibattuto in consiglio, alla presenza degli studenti e che la sinistra approvasse un documento ancora più duro - spiega ancora il capogruppo Saldo - Ma sulla riforma Gelmini siamo totalmente d’accordo». Ieri un secondo comunicato precisa ulteriormente che secondo i consiglieri regionali «le manifestazioni di protesta e le strumentalizzazioni che il centrosinistra e la sinistra radicale stanno montando nei confronti dei provvedimenti del ministro Gelmini siano solo i comportamenti di chi ha interesse a mantenere lo “status quo”». E per dire che tutto il centrodestra aderisce al progetto «liberi di manifestare, liberi di studiare» portato avanti da Forza Italia Giovani. Il giorno prima Forza Italia e i Moderati per il Pdl hanno chiesto al ministro di dialogare prima di approvare il decreto. «E lo confermo - spiega Nicola Abbundo - È quello che ha fatto Berlusconi, non mettendo il voto di fiducia, accettando prima il dibattito in aula». C’è poi chi ha non firmato l’ordine del giorno in Regione ma l’ha votato.

«Non l’ho firmato nonostante mi fosse stato chiesto perché non ero d’accordo - precisa Matteo Rosso - Poi l’ho votato, è vero, ma solo perché mi viene spesso rimproverato di staccarmi dal resto del gruppo, anche se su battaglie sentite dalla gente».

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