Da tempo siamo convinti che il superamento dell'attuale anacronistica angustia amministrativa di Milano con la nascita della città metropolitana sia indispensabile allo sviluppo dell'area milanese. Se ne parla fin dagli anni '70, ma tanto più in vista dell'Expo e dell'abolizione delle province, promessa elettorale del centrodestra. Perciò la recente accelerazione impressa dal sindaco Moratti - «se si fa la città metropolitana mi dimetto per candidarmi a sindaco metropolitano» - guardando alla scadenza dell'amministrazione provinciale nel 2009 è stata tempestiva. Ma, realisticamente, ci sono i tempi? Una legge per istituire le città metropolitane c'è già, a firma Linda Lanzillotta, centrosinistra: prevede una procedura lunga e macchinosa, perfino con un referendum finale, difficilmente attuabile per la primavera prossima. Varare per allora una nuova legge con meccanismi più semplici e veloci? Velleitario, con i ritmi di lavoro del nostro parlamento.
Tanto più che il governo non ha iscritto la questione fra le urgenze. E allungare per legge la vita della Provincia del tempo necessario ad adottare la nuova procedura è costituzionalmente improponibile. Insomma, nonostante la buona volontà della Moratti, probabilmente torneremo a votare ancora per la Provincia. Ma se le cose stanno così è opportuno cominciare a riflettere su come scegliere candidature efficaci per palazzo Isimbardi.
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