Due settimane intense di appuntamenti liturgici e di aggregazione nella vivace parrocchia di Santa Zita, alla Foce. E un appello: cercansi «portatori» giovani e forti per il Cristo del Maragliano, splendida opera della quale è appena finito il restauro e che si vorrebbe vedere di nuovo in processione.
Non solo il parroco, don Franco, si distingue per la iniziative a tutela dei fedeli, molti dei quali anziani, ma anche il priore della Confraternita di Santa Zita Eugenio Montaldo, mette a disposizione della parrocchia tempo e idee.
Così già domani entrano nel vivo gli appuntamenti della Confraternita con la festa liturgica di Santa Zita, e lofferta dei fiori benedetti. Le Messe della giornata (tre al mattino alle 7.30, 8.30 e 9.30) culmineranno con la Messa genovese delle 18, celebrata da Padre Vittorio dei Cappuccini di Santa Caterina, con preghiere, introduzione e omelia in dialetto genovese, nel pieno rispetto delle norme previste dalla conferenza episcopale. Il Maestro Vigo e il coro Tetracordo si esibiranno in canti genovesi e non, mentre la giornata si concluderà alle 21 nel teatrino parrocchiale di santa Zita con la Compagnia dialettale «I villezzanti» che mette in scena la nota commedia di Gilberto Govi, «Pignasecca e Pignaverde», con ingresso libero.
Sabato 7 maggio, invece, si svolgerà la solenne processione in onore di Santa Zitae San Roscelli: alle 17.30 la processione con la cassa di Santa Zita su un carro trainato da cavalli bardati, sarà accompagnata anche dai crocifissi della confraternite. La musica sarà assicurata dalla banda di Rivarolo. Il pezzo forte della processione sarà il Crocifisso di Santa Zita, opere della scuola del Maragliano, che non esce in processione dal 1974, quindi quasi da quarantanni. «Tutti coloro che frequentano la chiesa hanno notato lassenza del crocifisso sopra laltare maggiore - racconta il priore della Confraternita Eugenio Montaldo - Ci eravamo abituati negli ultimi ventanni a vederlo alto sul fondo della nostra chiesa, ma essendo un oggetto di grande valore storico e artistico, e da ottobre si trova in un laboratorio di restauro». Risale al XVII secolo quando i membri della confraternita lo commissionarono al Maragliano. Durante linvasione napoleonica fu sotterrato in una buca e fu salvato dalla razzia, e riportato alla luce nel 1813. Sempre presente nelle processioni dal 1815 al 1964, fu poi fatto uscire solo saltuariamente, lultima volta nel 1974, alla processione di san Giovanni battista dove era sempre «invitato». Il posto donore sullaltare maggiore di Santa Zita gli fu assegnato nel 1992, proprio da don Franco, dal 2004 è stato assegnato, dopo una disputa legale durata decenni proprio alla Confraternita che lo «divide» ben volentieri con i parrocchiani.
Ma ora cè un problema. A parte i diecimila euro necessari per il restauro, che vengono faticosamente raccolti dalla confraternita, non ci sono più i portatori del Cristo in Santa Zita. E così il priore lancia un appello: «Chissà che fra i nostri giovani non ci sia qualcuno che voglia cimentarsi in questa meravigliosa tradizione della nostra Liguria? - si chiede Eugenio Montaldo - Occorre sacrificio, forza e abilità, ma quanta soddisfazione a poter sollevare limmagine del Cristo!».
E dopo luscita pubblica per il Cristo bisognerà trovare una nuova collocazione proprio nella chiesa di Santa Zita. «Speriamo sia in posizione protetta, ma anche in bella vista - conclude il priore - È unopera talmente splendida che tutti devono poterla ammirare».
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