Il fantasmino, unutile necessità nella stagione calda o un orrore estetico dal quale tenersi alla larga, ora e sempre? Un colpo di genio del maschio ai tempi della crisi, per salvare scarpe sempre più costose, o un colpo basso, decisamente tuttaltro che afrodisiaco, nei confronti della propria partner? Lo abbiamo chiesto al comico Raul Cremona, e ovviamente anche ai suoi alter ego Silvano il Mago di Milano, Omen il maschilista e Jacopo Ortis lo svenevole attore teatrale in calzamaglia. Tre maschi e mezzo che dovrebbero avere unopinione chiara sulla vexata quaestio.
Raul Cremona, il fantasmino sembra spopolare. Lei lo usa?
«Certo che lo uso! Coi calzoni corti, destate, è strategico. Non penso sia anti-estetico: peggio di sicuro è, per noi uomini, la gamba accavallata con calzino corto, magari bianco. A me poi è capitato di dimenticare i fantasmini ai piedi anche durante uno spettacolo: indossavo lo smoking, per un po ho pensato a come evitare di far vedere la caviglia nuda al pubblico, poi ho optato per lautodenuncia sul palco. La gente ha riso e io ho avuto una battuta in più nel copione».
La sua posizione filosofica sul fantasmino?
«Bè, la moda è specchio della società. Negli anni 60 scomparivano le gonne e spuntavano le gambe, ed era cosa buona e giusta. Ora cè il fantasmino, la calza che scompare. Se si vuole, fa pensare alla politica italiana. Anche alcuni nostri politici sanno far sparire le cose, solo che in questo caso non si salva nessuna scarpa: la puzza rimane».
E i suoi alter ego che ne pensano del calzino magico?
«Per il ruvido Omen, macho in tuta da operaio, il fantasmino è un nemico. La calza per lui deve essere corta, evidente, possibilmente color cachi in abbinata con un paio di sandaletti di cuoio intrecciato. Silvano il Mago le elegge a simbolo della propria maestria illusionista: cè ma non si vede. Quanto a Jacopo Ortis, bè, Omen lo obbligherebbe a mettere i fantasmini. Solo che lui la calzamaglia non la molla di certo».
Tornerà a far sparire calzini e oggetti sul palco?
«Certo.
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