Cultura e Spettacoli

Cervello: identificate basi neurali della auto-trascendenza

La rivista "Neuron" pubblica uno studio italiano guidato dall'Istituto Scientifico "E. Medea"

La tendenza a trascendere i confini spazio-temporali della propria presenza fisica e proiettare la rappresentazione di se stessi in una realtà spirituale è un'esigenza fondamentale dell'essere umano. Tuttavia, la tendenza alla spiritualità varia nei diversi individui non solo in rapporto a specifici eventi del vivere ma anche a differenze di personalità, intesa come insieme di predisposizioni stabili verso determinati comportamenti, pensieri e sentimenti che caratterizza ciascun individuo. Un recente studio, condotto da un gruppo di ricercatori italiani e pubblicato sulla prestigiosa rivista Neuron, evidenzia alcune aree del cervello il cui funzionamento potrebbe spiegare le differenze individuali nella spiritualità.
La ricerca ha coinvolto l'Irccs «E. Medea» - La Nostra Famiglia - Polo Friuli Venezia Giulia e l'Università di Udine ed è stata condotta da Cosimo Urgesi e Franco Fabbro, in collaborazione con Salvatore Maria Aglioti (Irccs Fondazione Santa Lucia e Università di Roma La Sapienza) e Miran Skrap (Azienda Ospedaliero-Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine). Il lavoro è stato realizzato grazie al supporto finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone (crup).
I ricercatori hanno utilizzato un questionario per la valutazione della personalità (Temperament and Character Inventory - TCI, Cloninger) focalizzandosi sulla scala denominata Auto-trascendenza (Self-Transcendence - ST), che misura importanti aspetti della tendenza alla spiritualità ed è composta da tre sottoscale, vale a dire quella dell'oblio creativo di sé, dell'identificazione transpersonale e dell'accettazione dello spirituale.
Elevati punteggi nella prima sottoscala sono ottenuti da individui tendenti a trascendere i confini del sé e ad immergersi in una determinata attività, ad esempio nella meditazione, al punto da sembrare in un altro mondo e da non rendersi conto del tempo che passa. Per contro basi punteggi in questa sottoscala vengono ottenuti da individui molto concreti, centrati su di sé, poco inclini a lasciarsi coinvolgere da esperienze astratte quali ad esempio l'arte.
Elevati punteggi nella seconda sottoscala sono ottenuti da individui che tendono a percepire l'universo come un intero e sentirsi come parte di un tutto, che sono pronti a fare sacrifici personali per rendere migliore il mondo e che vengono considerati degli idealisti. Per contro, individui con punteggi bassi in questa sottoscala tendono ad essere individualisti e poco inclini a fare sacrifici per gli altri a meno di non intravedere vantaggi personali. Infine, soggetti con punteggi alti nella terza sottoscala tendono a credere nei miracoli, nelle esperienze extrasensoriali, nella telepatia, nel pensiero magico, e a soffrire per la propria fede e per raggiungere la comunione con Dio. Individui con punteggi bassi in questa sottoscala, invece, si basano sull'obiettività empirica e tendono ad essere materialisti.
La scala di personalità è stata somministrata ad un gruppo di 88 pazienti con tumori cerebrali, prima e dopo la rimozione chirurgica della lesione espansiva che poteva coinvolgere le aree anteriori o posteriori dell'emisfero sinistro o destro. I risultati hanno mostrato che, dopo l'intervento, i pazienti con lesioni posteriori mostravano un significativo aumento dei punteggi di Auto-trascendenza. Inoltre, utilizzando specifici metodi di confronto tra sede della lesione e cambiamenti di personalità, i ricercatori hanno identificato le aree che erano maggiormente associate all'aumento di Auto-trascendenza, vale a dire le aree temporo-parietali dell'emisfero sinistro e destro. La corteccia temporo-parietale è funzionalmente coinvolta nella rappresentazione dello schema corporeo e il suo danneggiamento in pazienti con lesioni cerebrali può indurre disturbi nel senso di appartenenza del proprio corpo, come l'insopprimibile convinzione che l'arto paralizzato non appartenga a sé (somatoparafrenia). Inoltre, la stimolazione della giunzione temporo-parietale può indurre l'esperienza di essere fuori dal proprio corpo (out-of-body experience) e di poter osservare se stessi da un punto diverso dello spazio.
I risultati dello studio di Urgesi e collaboratori evidenziano come la spiritualità, o almeno alcuni aspetti di essa, sia strettamente legata alla rappresentazione neurale del vissuto percettivo del proprio corpo. Nelle esperienze spirituali si assiste, infatti, ad un'estensione della rappresentazione del sé, caratterizzata da una prospettiva di trascendenza (allocentrica) e dal distacco dallo schema corporeo e dai propri contenuti mentali.
Precedenti studi di neuroanatomia funzionale avevano dimostrato che durante la meditazione si registra un aumento di attività delle aree prefrontali e temporali e una diminuzione di attivazione delle aree parietali, come se le parti del cervello dedicate alla rappresentazione dello schema corporeo si deattivassero. Questo approccio però, non consente di chiarire la relazione di causa-effetto tra modificazioni dell'attività cerebrale ed esperienze spirituali. L'aumento di Auto-trascendenza indotto da lesioni temporo-parietali, invece, fornisce un'evidenza causativa, e non solo correlazionale, che le differenze individuali nella rappresentazione spirituale del sé potrebbero derivare da differenze nei livelli di attivazione di circuiti nervosi nei quali le regioni lobo temporo-parietale rivestono fondamentale importanza. Alterazioni patologiche nel funzionamento di tali circuiti potrebbero contribuire all'insorgenza di disturbi del comportamento e del pensiero spirituale.


Lo studio apre a nuovi sbocchi, come sottolinea Cosimo Urgesi: «Il fatto che lesioni cerebrali possano indurre rapidi e specifici cambiamenti di tratti di personalità classicamente ritenuti molto stabili potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti basati sulla modulazione di attività di specifiche regioni cerebrali, ad esempio tramite stimolazione magnetica transcranica, volti a ridurre le alterazioni delle rappresentazioni del sé nei disturbi neuropsichiatrici».

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