Cesa in difficoltà se la prende col Cavaliere

Il presidente del Consiglio offre solidarietà al segretario dell'Udc dopo l'inchiesta del Giornale. Ma l'interessato attacca: "Io però non ho mai frequentato festini". E il premier: "Torni in se"

Cesa in difficoltà se la prende col Cavaliere

Roma La solidarietà fa bene? Non sempre. A volte dipende da chi la offre. Perché se a metterla sul piatto è il Cavaliere in persona, be’, allora può anche risultare indigesta. Stranezza o paradosso che sia, Lorenzo Cesa non la manda giù. E il segretario dell’Udc, che già di buon mattino si consulta con i propri avvocati per rispondere con le carte bollate ad un articolo pubblicato ieri dal Giornale, che ricostruisce un’inchiesta del '99 in cui figurerebbe il suo nome, se la prende pure con il premier, sceso in campo per esprimere la sua vicinanza all’ex alleato. Una replica dura, quella del centrista, a cui il capo del governo risponde per le rime. Insomma, è un batti e ribatti un po’ a sorpresa, con note e commenti che fioccano in poche ore. Ma andiamo con ordine.
A fare la prima mossa, azioni legali a parte, è il presidente del Consiglio. «Non ho mai condiviso i modi di chi ricorre ai pettegolezzi e alle chiacchiere di vario genere per insinuare dubbi o gettare discredito nei confronti di qualcuno», scrive Berlusconi, pronto a esprimere «perciò» tutta la sua «solidarietà a Lorenzo Cesa». Ma non solo, visto che la sua vicinanza si estende pure all’ex presidente dei Ds, il cui entourage è stato chiamato in causa due giorni fa da questo quotidiano. «Se si leggono gli articoli sul Giornale di oggi (ieri, ndr) si vede che su Cesa non c’è nulla di nulla, ma basta un titolo che fa un nome per criminalizzare una persona e sconvolgere una famiglia. Conosco Cesa, gli sono amico e lo stimo al di là delle differenze politiche. Lo stesso voglio dire espressamente nei confronti dell’onorevole Massimo D’Alema, dei suoi collaboratori, della famiglia Agnelli e per quanti siano stati colpiti oggi da questo tipo di polemiche». Insomma, la linea del Cavaliere è piuttosto chiara: no a gossip e calunnie, a prescindere. Questo tipo di attacchi mediatici non vanno bene e non importa se riguardano l'inquilino di Palazzo Chigi o qualsiasi cittadino italiano. Ha buon gioco, così, per ricordare: «Sono stato facile profeta quando ho previsto che l’imbarbarimento provocato da una ben precisa campagna di stampa avrebbe messo in moto una spirale che va assolutamente arrestata». Come dire: «Poiché io ho denunciato aggressioni a mio danno, nessuno può pensare che io possa approvare analoghi metodi e aggressioni nei confronti di chiunque».
Bene, anzi male, se si prende in esame la reazione del centrista. «Non ho mai partecipato a festini, né ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga», attacca Cesa, senza tanti giri di parole, che si spinge oltre: «Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio».
Affermazioni piuttosto pesanti, trasmesse alle agenzie da via Due Macelli. Ed è inevitabile che di lì a poco, a ora di pranzo, il Cavaliere torni sulla questione. «Mi dispiace che l’onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà», è la premessa. A cui fa seguito la replica vera e propria: «Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni né so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga». Tra l’altro, la risposta di Cesa, secondo il presidente del Consiglio, «è offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti». Ecco perché «spero che torni in sé e che risponda alle provocazioni con la stessa serenità e con lo stesso stile con cui reagisco io».
Intanto, però, a correre in soccorso del segretario è il leader dei centristi. «Lorenzo Cesa ha la solidarietà senza riserve mia e di tutto l’Udc», afferma Pier Ferdinando Casini, che assicura: «Abbiamo ben chiari la logica e il disegno del Giornale. Capiamo bene come si cerchi di fare di tutta l’erba un fascio, di omologare stili di vita, frequentazioni e abitudini tra loro molto diverse». Quindi, «non siamo ingenui», avverte l’ex presidente della Camera, «e se qualcuno pensa di intimorire l’Udc ancora una volta non ha capito nulla.

Abbiamo avuto un atteggiamento rispettoso in tutte queste settimane verso le persone e le loro famiglie» e «non lo cambieremo, perché non siamo soliti trafficare nella melma e non vogliamo abituarci a una politica così sporca».

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