I «tesorieri» dei partiti nati dallo sgretolamento della Dc (vedi Ppi, Ccd e Cdu), protagonisti dell’affaire sulla vendita di 120 immobili dello scudocrociato a soli 3 miliardi di lire alla società «Immobiliare Europa» di Angiolino Zandomeneghi (poi fallita), sono stati interrogati dalla magistratura. I verbali di Nicodemo Oliviero (parlamentare Pd, ex tesoriere nel passaggio dal Ppi alla Margherita) Gianfranco Rotondi (attuale ministro, segretario amministrativo Cdu), Alessandro Duce (segretario amministrativo Ppi) e Romano Baccarini (ex senatore, altro segretario amministrativo del Ppi) vengono oggi utilizzati in due processi paralleli, collegati alla scomparsa dell’immenso patrimonio immobiliare della Balena Bianca: a Roma si procede per bancarotta, a Perugia per abuso d’ufficio e corruzione in atti giudiziari. Nel primo l’immobiliarista Amgiolino Zandomeneghi è imputato, nel secondo è parte lesa. Sostanzialmente i pm chiedono conto ai vecchi amministratori democristiani del ruolo ricoperto nelle trattative e nella vendita del patrimonio, della successiva retromarcia finalizzata a dichiarare fallita l’immobiliare che s’era aggiudicata i palazzi per ottenere la restituzione dell’intero patrimonio, degli eventuali retroscena in merito all’istanza di fallimento dell’Immobiliare Europa presentata da Castagnetti nel mese di agosto del 2002 (nonostante l’immobiliare sembrasse solida) e immediatamente recepita da un giudice del tribunale civile, poi arrestato. Secondo quanto dichiarato da Zandomeneghi in una memoria difensiva, «della trattativa era perfettamente a conoscenza il segretario del Ppi di allora, Pierluigi Castagnetti, che benedì personalmente». Ma che poi, evidentemente, ci ripensò.
Castagnetti, al pm, dice di avere saputo della conclusione della compravendita a cose fatte e di aver dato l’ok alla presentazione dell’istanza di fallimento dell’Immobiliare Europa per bloccare la vendita e iniziare «una trattativa su basi nuove o con altri acquirenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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