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"Champions, così ho comprato 40 biglietti dai bagarini"

L’Inter l’aveva promesso: niente rivendite illegali. Invece il Giornale ha potuto visionare numerosi biglietti comprati da una stessa persona. Che li ha pagati 800 euro l’uno: «È bastato andare al solito bar sotto la curva di San Siro»

"Champions, così ho comprato 
40 biglietti dai bagarini"

Milano I tifosi, quelli veri, in coda due giorni sotto la pioggia. I tifosi vip, quelli col tesserino da consigliere comunale o deputato, accontentati a domicilio e a prezzo di costo.
E poi loro, gli immortali trafficanti di sogni, quelli per cui la finale di Champions tra Inter e Bayern Monaco è l’affare dell’anno: i bagarini, e i loro santi in paradiso. Quelli che incredibilmente hanno permesso anche stavolta, in occasione dell’evento più importante degli ultimi trent’anni di storia nerazzurra, che un fiume imponente di biglietti per la finale sparisse dai canali ufficiali e riapparisse in mano ai soliti noti, pronti a rivenderlo a dieci volte il suo valore.
Non sono chiacchiere. A spiegare al Giornale come sono andate le cose è un signore che - beato lui - di biglietti per la finalissima se n’è potuti comprare quaranta, da distribuire ad amici e clienti. Una impresa impossibile, se avesse seguito le regole rigorose indicate dal sito dell’Inter per entrare in possesso dei ticket d’ingresso per lo stadio Bernabeu. Un’impresa agevole, a condizione di avere il portafoglio gonfio e di andare a bussare alle porte giuste. Ecco il suo racconto, completato dalle fotocopie dei biglietti.
Quaranta biglietti per la finale di Champions. Cosa se ne fa?
«Sono interista da una vita e faccio l’imprenditore. Direi che un evento come quello di Madrid è l’occasione ideale per fare un regalo alle persone con cui lavoro».
Ma quaranta biglietti sono impossibili da comprare. Non più di un biglietto a testa, e solo per gli abbonati. Queste sono le regole dell’Inter. Non si scappa.
«A chiacchiere è così. Io i biglietti ce li ho qua in tasca. Vuole vederli?»
Straordinario. E come ha fatto a trovarli?
«Ovviamente, mi sono rivolto al black market, ovvero ai bagarini».
Eppure stavolta l’Inter assicurava che i bagarini sarebbero rimasti a bocca asciutta.
«Evidentemente non è stato così. Io sono andato al solito posto, il bar sotto la curva di San Siro, dove come tutti sanno si ritrovano i professionisti del ramo. Parlo della curva sud, quella del Milan, per capirci. Ho portato i soldi e mi sono portato a casa i biglietti».
Che biglietti ha preso?
«Quarta categoria, costo ufficiale 90 euro».
Quanto li ha pagati?
«Ottocento euro l’uno. Mi hanno spiegato che venivano dalla partita di biglietti destinata alla Banca Popolare di Milano, ma io questo non posso sapere se è vero, in banca ingressi di quarta categoria non erano previsti. Non so che strada abbiano fatto questi biglietti, so solo che strada facendo hanno moltiplicato il loro valore quasi per dieci volte. Insomma, qualcuno si è arricchito».
Non è detto. Probabilmente si tratta di poche decine di tagliandi sfuggiti ai controlli.
«A me risulta che ai bagarini siano arrivati almeno mille biglietti. Se su ognuno si guadagnano più di 700 euro, il conto del business è presto fatto. Un bel malloppo. Certo, Moratti non ci fa una bella figura con i suoi tifosi. Ma io sono convinto che lui di queste cose non ne sa niente, e sotto di lui a gestire la biglietteria ci sono dei dilettanti allo sbaraglio. Certo, viene da pensare che se l’Inter avesse avuto a disposizione ventimila biglietti come il Bayern Monaco, per i suoi tifosi sarebbe stato tutto più facile. Non avremmo assistito alla scena indegna di gente costretta a stare due giorni in coda, nell’era di Internet. Però in quel caso il black market non si sarebbe creato e qualcuno avrebbe perso l’affare dell’anno.

Chiaro, no?».

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