Roma

Che divertenti le liti tra single!

Pierre Chesnot descrive una storia sentimentale nata dalla solitudine

Alessandra Miccinesi

Un incontro-scontro tra solitudini urbane. Segno distintivo dei nostri tempi, che vedono tutti (o quasi) protagonisti di un'inesorabile e progressiva desertificazione dell’area sentimentale. La ricerca della felicità, in questi casi, è l’antidoto che spinge lo spettatore al cinema o a teatro per ridere delle sue nevrosi in una sorta di rigenerante catarsi.
Perché, tanto vale ammetterlo, siamo un po’ tutti sull’orlo della crisi di nervi. Succede nella pièce brillante Quella del piano di sopra, con Pino Quartullo e Sandra Collodel, commedia che debutta oggi al Brancaccio e che affronta il tema dell’incontro tra due cuori solitari.
Un uomo e una donna che per vari motivi (timore di confrontarsi con l’altro o paura di lasciarsi travolgere dalla corrente dei sentimenti senza salvagente) hanno fortificato il tramezzo del proprio isolamento trasformandolo in un muro invalicabile. La situazione peggiora, arrivando a sfiorare la tragedia, quando la protagonista della commedia - una donna sola a casa, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, prigioniera di una città fantasma durante le ferie d’agosto - decide di farla finita. «Nessun uomo mi ha mai reso felice» è l’amara riflessione della donna che di colpo, dopo l’ennesimo consiglio dispensato da un’amica a caccia di soluzioni originali («sposa il primo scapolo che ti capita sotto tiro»), ha le idee chiare sul da farsi. Va in bagno, riempie d'acqua la vasca e ci si butta a capofitto, cercando di trattenere il respiro. Il dramma, per fortuna, non si compie. Il rubinetto aperto dall'aspirante suicida provoca, infatti, uno sgocciolamento che s’infiltra nel soffitto dell’appartamento al piano di sotto, dove abita un accademico acido e misogino.
Il plot sullo strapazzamento dell’anima risulta il più sfruttato sui palcoscenici mondiali - come dimenticare l'amara ironia di Prigioniero della seconda strada pièce di Neil Simon del ’71 adattata per il cinema quattro anni dopo da Melvin Frank, con l'eccezionale coppia di «esauriti» Jack Lemmon e Anne Bancroft che litigano con il vicino affacciandosi al balcone perché mitiga la bile di ogni solitudine metropolitana con la speranza legata a un dolce abbraccio. O a un prozac.
Scritta dal francese Pierre Chesnot e diretta da Gigi Proietti, Quella del piano di sopra è una commedia leggera, ispirata alla profonda voglia di felicità che non fa mai distinzioni tra uomini e donne. Una pièce dissacrante che strappa risate di fiele inducendo la platea a riflettere sullo stato emotivo-sentimentale delle ultime coppie metropolitane: single quarantenni, con il frigo pieno di surgelati monoporzione e il cuore vuoto d’amore, pronti a sgusciare via dal letto a due piazze al primo ostacolo. O forse no. Le scene sono di Alessandro Chiti.

Si replica fino al 6 novembre.

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