Che emozione le cantate dei maestri italiani

Disco emozionante. Di emozioni infatti - antiche, riscoperte, in un caso inedite - si suona e si canta. Degli Affetti che, nel secolo della storia - il Seicento - più incline a patirne e a manifestarne, trovarono in musica la loro forma più congeniale. La forma della cantata. Concepita nel XVII secolo come «pittura musicale». Nata dal connubio tra parola e suono nella stagione che, fra il tramonto del madrigale e la prima vera opera musicale (La morte di Orfeo), fu propizia al rigoglio di queste composizioni profane. Coltivata dai maestri italiani: da Carissimi a Stradella a Vivaldi. Delle oltre duecento cantate composte da Carissimi non s'era ancora udita registrazione di Scrivete occhi dolenti: autografa lettera d'amore annotata «con inchiostro di pianto», intonata su note struggenti dalla voce di Cristina Paolucci e recapitata nella sua autenticità grazie alla Camerata Hermans che su strumenti antichi (traversiere, violoncello barocco, spinetta) ne realizza un'impeccabile riproduzione.

Inauditi suonano anche i sussulti e i desii, modulati «con affetti» sui testi di Vivaldi, Bernabei, e su quei versi di Il più misero amante che, composti da Stradella, commossi nella voce della soprano, regalano qualche brivido di emozione.

Camerata Hermans Il più misero amante (La Bottega Discantica 140)

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