
Da semplice film d'animazione a vero e proprio caso culturale: K-Pop Demon Hunters è diventato il titolo più visto nella storia di Netflix, superando 330 milioni di visualizzazioni in poche settimane e scalzando colossi come Red Notice. Ma il successo non si è fermato allo schermo: la colonna sonora ha riscritto la storia delle classifiche americane, con quattro brani simultaneamente nella Top 10 della Billboard Hot 100 e un album arrivato al numero uno della Billboard 200. Un risultato mai raggiunto prima da una colonna sonora animata.
La pellicola, della durata di 1h 35m, prodotta da Netflix e Sony Pictures Animation, racconta le avventure della girl band Huntr/x e dei loro rivali Saja Boys, ma la sua portata è andata ben oltre la trama. Per comprenderne la forza bisogna guardare al K-pop: l'industria musicale sudcoreana che, con un modello altamente strutturato di produzione, addestramento e promozione degli artisti, genera miliardi di dollari all'anno ed esporta format di intrattenimento globale capaci di competere con Hollywood.
Con oltre 3 miliardi di stream e milioni di visualizzazioni generate dai fan, K-Pop Demon Hunters ha consolidato questa supremazia: non si tratta più solo di musica, ma di un universo transmediale che detta legge anche nell'animazione, nella moda e nel mercato digitale. Un segnale talmente forte che sarà impossibile per gli studios non tenerne conto mentre penseranno alla creazione di contenuti nel prossimo futuro. Una svista costata cara a Sony, che durante la pandemia ha ceduto K-Pop Demon Hunters a Ted Sarandos e soci, nell'ambito di un accordo che prevedeva la copertura dei costi di produzione più un margine di profitto garantito in cambio dei diritti esclusivi di streaming. Una scelta allora prudente, che assicurava entrate certe e riduceva i rischi in un momento di forte incertezza, ma che oggi appare miope: così facendo, Sony ha rinunciato al potenziale di un franchise miliardario, lasciando ai rivali i benefici di un successo globale senza precedenti che a distanza di mesi non accenna ancora a fermarsi. Non sorprende che proprio gli studios cinematografici nati dalle ceneri della Columbia Pictures Entertainment, con sede a Culver City, California, stiano già trattando con Netflix per realizzare il seguito del lungometraggio
Durante un recente incontro con la stampa, i registi di questo fenomeno, Maggie Kang e Chris Appelhans, lo hanno detto chiaramente: " Ci sembra ancora incredibile. Penso che questi siano i vantaggi delle piattaforme di streaming: grazie a contenuti di qualità e al passaparola puoi costruire il tuo pubblico nel tempo ha spiegato Appelhans vedere come i fan siano aumentati rispetto alle prime due settimane è stato pazzesco per noi. Ma ancora più sorprendente è stato percepire l'amore per questo genere, credo che quella sia stata la migliore promozione possibile".
"Abbiamo una chat con i produttori della serie e con il presidente di Sony Music ha continuato Kang ogni giorno ci danno aggiornamenti sui nuovi record infranti dal nostro titolo, sulle canzoni della colonna sonora che stanno scalando le classifiche. Una meraviglia quotidiana, tanto che abbiamo perso il conto dei tanti obiettivi raggiunti ride È stato come quando cresci un bambino e poi lo lasci andare nel mondo. All'inizio era come dire: Ok, speriamo che la gente ti apprezzi, che vada tutto bene. Adesso invece è più: Vai, vivi la tua vita e rendila meravigliosa. Ti guarderemo da lontano, siamo fieri di te".
Un fenomeno asiatico che conquista il mondo, pur mantenendo la sua autenticità: "Io e Chris Appelhans abbiamo parlato molto di questo aspetto e volevamo rappresentare la fandom nel modo giusto specifica Maggie Kang, nota in Corea con il nome di Kang Min-ji - Ciò che rende il K-pop così speciale è il rapporto tra gli idoli e i fan, qualcosa di diverso da ogni altra realtà. Per onorare questo legame, lo abbiamo integrato nella mitologia del film. Così ci siamo detti: Perfetto, questa parte l'abbiamo fatta. Per il resto, invece, è stato difficile. Abbiamo sentito molta pressione perché non volevamo rovinare nulla. Siamo entrambi amanti del genere, io seguo il K-pop dal giorno uno, da prima che diventasse un fenomeno. Mi sono detta che per me era una cosa personale e nessuno avrebbe potuto accusarmi del contrario".
A ispirarli è stato un maestro del cinema made in Corea: "Maggie e io siamo grandi fan di Bong Joon Ho ( Parasite) confida Appellhans - Lui ha questa incredibile capacità di mescolare i toni: guardi The Host e pensi che sia una commedia
familiare. Poi all'improvviso diventa un film horror, poi romantico, poi qualcos'altro ancora. Ci affascinava questa libertà. Avevamo l'ambizione di creare delle ragazze che fossero incredibili e forse ci siamo riusciti".