Dopotutto è una previsione facile: il cd Sfida dei ragazzi di Amici sarà un successo con i fiocchi. Daccordo, cè il precedente di Scialla (200mila copie vendute). E cè il traino del talent televisivo di Maria De Filippi, durante il quale Sfida ieri è stato presentato con la comprensibile fanfara dellentusiasmo. Ma cè anche qualità, anzi cè soprattutto quella, che ormai musicalmente è più rara del Gronchi rosa. Gli otto ragazzi della scuola, da Emma Marrone a Pierdavide Carone fino ad Arianna Mereu, cantano undici brani inediti su tredici (cè anche un omaggio a Michael Jackson) e lo fanno con uno stile che non ce nè in circolazione. Per riassumere, in Davvero Emma Marrone ha una voce scavata e rugginosa che sembra uscire da un moderno Cotton Club e nella stralunata Ballata dellospedale limprevedibile Pierdavide Carone sembra un Rino Gaetano che non gli basta una sola canzone per presentarsi a fondo. Ecco, forse questo è il segreto di questo disco: è poliedrico, non si esaurisce al primo ascolto. E dire che sono tutti esordienti o quasi, selezionati con il lanternino tra le decine di migliaia che ogni anno provano a sedersi ai banchi di Amici.
Una processione infinita che questanno ha forse raggiunto il suo livello più alto perché in Sfida non ci sono punti deboli neanche a cercarli con la più cinica delle lenti. Il presidente della Sony Music che edita il cd, Rudy Zerbi, dice enfaticamente che «la sfida è vinta sotto tutti i punti di vista» ma non va lontano dal bersaglio. Volendo, questo sembra un disco di professionisti di lungo corso. E non è soltanto merito della produzione di Mario Lavezzi, uno che la sa lunga. O di autori come Federica Camba o Daniele Coro, che sono tra i pochi ancora in grado di essere espressivi e riconoscibili in un panorama, quello autorale, che in Italia soffre una siccità da Deserto dei Gobi. Il merito, diciamolo, è soprattutto loro, di questi allievi rampanti, perché trovatela una voce come quella di Loredana Errore, caratterizzata ma puntuale, colorata senza essere parossistica o una enfasi maestosa come quella di Matteo Macchioni, un tenore che domina Granada come è difficilissimo fare a ventisei anni. Claudio Villa la faceva sua tramortendola con i polmoni. Qui Matteo la corteggia, la coccola, la sente sua prima ancora di cantarla e non è una caratteristica da niente alla sua età.
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