«Che stress lavorare per loro: il turno non finisce mai»

Nicola è un barista italiano e lavora in un locale gestito da un cinese. Quando gli chiediamo come si trova, risponde: «È una risposta difficile da dare perché ci sono i lati positivi e quelli negativi».
Cominciamo dalle cose che non vanno.
«Beh, in una settimana faccio 54 ore di lavoro, ma in busta paga ne sono registrate solo 24».
In pratica qual è il suo stipendio?
«È di 400 euro al mese, poi il resto, circa mille euro, me lo pagano in nero».
Ma le versano sempre quello che devono?
«Sì, sì anche se in questo momento ho qualche arretrato. Ma capita nel nostro ambiente».
Cioè c’è sempre nero anche dagli italiani?
«Oh, certo che sì. Ma a me capitava di peggio. Mi pagavano lo stipendio in busta paga per otto ore giornaliere e poi lavoravo regolarmente 10 -12 ore».
E le pagavano gli straordinari?
«No, assolutamente.

O ti va bene così o te ne devi andare. E con la crisi che c’è in giro, ci si deve adattare. Alla fine, cambi padrone ma ci perdi sempre».
Ma sono meglio i datori di lavoro cinesi o gli italiani?
«Quelli cinesi. Ti rispettano di più».

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