Ci sono molte chiave di lettura dell'impresa storica realizzata dall'Inter di Mourinho a Stamford Bridge, martedì notte. La celebrazione del talento del portoghese è una, forse la più importante. L'effetto Balotelli sul resto della truppa la seconda e la terza è invece incarnata dal volto malinconico di Ancelotti, preso di mira dai critici inglesi e messo già alla gogna.
Qui vogliamo parlare di altro e raffrontare la bolgia del campionato italiano con il garbo e la misura delle dichiarazioni del Chelsea seguite alle due sfide, di andata e ritorno, scandite da altrettanti errori marchiani. Sia lo spagnolo Meijuto Gonzales che il tedesco Stuart hanno infatti ignorato falli vistosi in area di rigore ai danni dei Blues: a San Siro di Samuel su Kalou, a Londra la trattenuta stile rugby di Thiago Motta su Ivanovic. Rigori? Zero.
Bene: fosse accaduto dalle nostre parti, si sarebbero sprecati i pianti, gli strilli e i rimpianti, le censure aspre all'arbitro e anche le polemiche. É accaduto in Champions e non si è sentita una sola parola forte volare negli spogliatoi nè da parte di Ancelotti nè tanto meno da qualche dirigente inglese a nome del club, uscito anche l'anno scorso dalla finale all'ultimo minuto della semifinale col Barcellona.
Chissà se questo comportamento può diventare d'insegnamento per il calcio italiano. Temiamo di no, purtroppo. E non solo perchè al contrario dell'Uefa, nel nostro regolamento domestico non ci sono provvedimenti che sconsigliano agli addetti ai lavori feroci discussioni sull'operato dell'arbitro. Ma è la mentalità che è diversa. Ancelotti e i Blues hanno dato atto all'Inter di aver meritato la qualificazione e anzi l'hanno pronosticata come sicura finalista dell'attuale edizione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.