Chi dimentica Montanelli? I nuovi farisei

Caro Granzotto, complimenti per la costituzione assieme a Tiziana Abate del Comitato di salute pubblica «Lasciamolo riposare in pace» mirante a rintuzzare le continue testimonianze di «vecchia amicizia» e l’ostentazione del rango di «allievo» di Indro Montanelli provenienti dai personaggi più disparati e più lontani, culturalmente e politicamente, dall’indimenticabile Indro. Nonché l’affastellarsi di ricostruzioni del famoso strappo fra Montanelli e Berlusconi, argomento del quale non se ne poteva più. Ma a quanto pare, il Comitato resterà senza lavoro perché passata la festa, il centenario della nascita, gabbato lo santo nel senso che di Montanelli non se ne sente più parlare. Dimenticato. È una ulteriore conferma di quanto diceva Montanelli e cioè che questo Paese ha passioni e sentimenti fugaci e superficiali e coscientemente cancella la memoria dei posteri illustri, quasi che rappresentassero un peso.

Tutto ciò mi rattrista, perché io che cominciai a leggere Montanelli sulle pagine della «Domenica del Corriere», dove comparivano le sue memorabili «Stanze» e da allora lo seguii per tutta la sua lunga carriera di giornalista e di storico, lo avrò sempre nel cuore.

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