Chi ha paura delle ronde anti-stupro

La sicurezza non ha, non dovrebbe avere nessun colore politico, è un diritto fondamentale dei cittadini e tutte le forze rappresentate in Parlamento dovrebbero preoccuparsi di garantirlo. Ma la sicurezza è anche un tema su cui da tanto tempo si scontrano, per motivi politici e ideologici, i moderati e la sinistra. È per questo che sulle ronde disarmate previste dal decreto anti-stupri è scoppiata una polemica che appare decisamente surreale. Le ronde ci sono già, caldeggiate e favorite da amministratori di destra e di sinistra, consapevoli del disagio dei cittadini resi inquieti da una crisi di legalità che investe tutte le società libere e democratiche. Da noi ci sono gli immigrati che stuprano, spacciano droga e rapinano in casa, in Inghilterra ci sono i baby-accoltellatori, Germania, Francia e Spagna sono in affanno per le stesse forme di criminalità e di immigrazione clandestina. Lo Stato moderno è stato sempre restio a coinvolgere i privati cittadini nella gestione della sicurezza, ma i tempi mutano, oggi quello Stato riconosce i suoi limiti e chiede una particolare collaborazione ai cittadini. Che in molti casi la offrono volontariamente, perché vigilando sugli angoli bui delle proprie città garantiscono se stessi oltre che l’autorità del potere legale.
Le ronde, dunque, piacevano o almeno erano tollerate fino a quando erano di fatto illegali, ma adesso che il governo, con decreto, regola in maniera abbastanza rigida e rassicurante l’impiego dei volontari scoppia la bagarre. I maestrini stranieri che sempre fanno lezione agli italiani, direbbero che qui si manifesta ancora una volta il nostro anarchismo e il nostro gusto del proibito: è sufficiente che una certa soluzione diventi legale perché cessi di piacerci. Ma il motivo della tempesta imperfetta non è questo. Protesta l’esponente del consiglio vaticano per i migranti, da sempre preoccupato di proteggere i clandestini e non gli italiani che ne subiscono l’invadenza e l’aggressività. Protesta D’Alema, che non aborriva il Kgb con la stessa intensità con cui condanna le ronde. Si smarca il presidente Napolitano e tanti altri levano alti lamenti, come se la democrazia italiana fosse ferita a morte. Ma a chi possono fare paura ex poliziotti, ex militari e carabinieri in congedo che «pacificamente e senza armi», per spirito di servizio, si offrono di vigilare sugli angoli oscuri e pericolosi dei nostri centri urbani? Ma la sinistra non dice di avere sempre lottato contro l’omertà e l’indifferenza dei cittadini contro il malaffare?
La verità è che un’opposizione al tappeto cerca di politicizzare e complicare una questione molto semplice.

Lo Stato non cede, con la legalizzazione delle ronde, alcuna sua prerogativa esclusiva, soltanto aumenta il numero degli occhi che scruteranno le nostre notti. Gli italiani non sono affatto spaventati, anzi apprezzeranno, a dispetto dei politici che hanno perso un’altra buona occasione per tacere.

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