Chi ha tempo può puntare sui fondi

Sono sostanzialmente due i principali strumenti a disposizione del piccolo risparmiatore per investire indirettamente nel mattone: i fondi immobiliari chiusi e gli Etf specializzati nel cosiddetto «real estate». A inizio di quest’anno erano presenti in Italia 28 fondi immobiliari destinati al pubblico che amministravano complessivamente un patrimonio di sette miliardi di euro.
Tra i vantaggi che offrono ai sottoscrittori spicca una buona diversificazione del portafoglio; ogni fondo chiuso, infatti, detiene al suo interno almeno una decina di complessi immobiliari: in maggioranza si tratta di uffici, centri commerciali e direzionali, immobili di pregio in zone centrali di Roma e Milano. Tenendo conto che sono necessari meno di 5mila euro per l’acquisto di una singola quota del fondo, si comprende come il sottoscrittore di questi prodotti si assicuri una diversificazione che in caso di acquisto diretto di case e negozi, richiederebbe perlomeno alcune centinaia di migliaia di euro.
Ventidue fondi sono quotati in Piazza Affari e consentono di scambiare le quote ogni giorno. Il valore delle quote è sempre stato, rispetto al valore contabile netto delle proprietà in portafoglio del fondo, a sconto perché i compratori sono pochi e gli scambi delle quote piuttosto esigui. In particolare, lo sconto medio nel periodo 2003- 2007 si è attestato al 27% mentre a fine 2008 è balzato al 48% con punte intorno al 55% per i fondi Caam Re Italia, Olinda fondo shop, Obelisco e Fondo Delta. Lo sconto, infatti, tende ad ampliarsi nelle fasi negative dei mercati finanziari. Per quanto riguarda le performance, invece, dopo una perdita media del 23,1% nel 2008, nei primi sette mesi del 2009 il recupero è stato del 6,8 percento. Considerando tutte queste caratteristiche e i prezzi attuali, per chi è disposto a investire nel mattone sul medio-lungo termine (da 5 a 10 anni) i fondi immobiliari chiusi possono rappresentare una buona occasione. Meglio però seguire i consigli di un consulente che può aiutare a scegliere quelli su cui investire in funzione delle caratteristiche degli immobili in portafoglio e della scadenza del fondo. Per coloro che, al contrario, credono in una pronta ripresa economica nei prossimi 12-24 mesi, è preferibile sfruttare le potenzialità (ma anche i rischi) degli Etf specializzati sul mattone (gli Etf sono fondi «passivi» scambiabili in Borsa come le azioni). In Piazza Affari sono quotati sei Etf di questo genere, due dei quali (Ishares Ftse/Epra European property e Axa Easy Etf Epra Eurozone) dell’area euro, uno focalizzato sugli Stati Uniti (Ishares Ftse US property yield fund), uno sul Regno Unito (Ishares Ftse Epra/Nareit Uk property yield fund), uno asiatico (Ishares Ftse Asia property yield fund) e uno globale (Ishares Ftse Global property yield fund). Sono sufficienti poche centinaia di euro con costi molto competitivi: la commissione di gestione annua è compresa tra lo 0,4% e lo 0,58%.

E i rendimenti? Nel 2008 la perdita media di questi sei Etf è stata del 47,1% ma da inizio anno è cominciato il recupero con un guadagno medio del 15,7% e una punta del 27,2% per l’Etf Ishares Ftse Asia property yield fund.

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