«Chi si candida deve firmare il programma» Rocchi (Rifondazione): «Penati? Se perde torna in discussione anche la Provincia»

«Milano sarà una battaglia difficilissima, la scelta della persona è fondamentale». Augusto Rocchi, segretario provinciale di Rifondazione comunista, guarda alle primarie con interesse ma invita a fissare regole certe: «Chiunque voglia candidarsi dovrà firmare un foglio in cui si impegna a rispettare il programma deciso dal cantiere dell’Unione».
Si dice che non siano state perse le speranze di convincere De Bortoli. È un modo per dissuadere i candidati moderati come lui?
«È un modo per eliminare ipotesi terziste o neocentriste, che non possono avere spazio nell’Unione. Il Cantiere definirà l’impianto programmatico al quale sarà necessario aderire per candidarsi alle primarie. Questo non vuol dire impedire le liste civiche, ma spiegare da subito in che contesto si collocano».
Lei ha più volte espresso apprezzamento per Penati. Vuol dire che può essere il candidato di Rifondazione?
«O dico: “come fa a non andar bene Penati, che in Provincia ha stravinto con tutta la coalizione?”. Ma la proposta di Rifondazione comunista è Giuliano Pisapia e non come candidato di bandiera ma come personaggio su cui far convergere i voti dell’Unione. E poi candidare Penati sarebbe rischioso...».
Perché la candidatura di Penati sarebbe rischiosa?
«Milano sarà una battaglia difficilissima.

Se candidiamo Penati e si perde, cosa che potrebbe accadere, il centrodestra aprirebbe una crisi in Provincia, parlerebbe di delegittimazione del presidente e chiederebbe elezioni anticipate in Provincia. Non possiamo permetterci di correre questo rischio».
E se si dimettesse prima di candidarsi?
«È fuori discussione, a maggior ragione sarebbe rischioso e avrebbe contraccolpi negativi sull’Unione».

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