Chi vince e chi perde tra i big del listino

Sono state le banche a trascinare Piazza Affari negli ultimi mesi e a sottolineare prima la caduta e poi la risalita degli indici milanesi. Protagonista numero uno Unicredit. Dopo essere scesa al minimo storico il 6 marzo, sfiorando i 60 centesimi, ha recuperato fino al 230%, risalendo anche sopra quota 2 euro e chiudendo il semestre con un saldo positivo del 22%. Bene anche Mediolanum (+24% nel semestre) e Mediobanca (+16,5%). Per Intesa Sanpaolo il recupero dai minimi di marzo è stato del 65%, non sufficiente però a riportare il titolo in positivo: i sei mesi si chiudono con un -8,7% complessivo.
Ma tra le «blue chip» milanesi il vincitore «assoluto» del periodo gennaio-giugno è Fiat con un +55%. Seguono Cir (+54%), Parmalat e Saipem (+47%) e Tenaris (+35%). Il recente ritorno verso l’alto delle quotazioni petrolifere non aiuta però tutti i titoli del settore. Anonimo il semestre di Eni, chiuso con un +0.6%, mentre Snam Rete Gas arretra di quasi il 5 per cento.
Deludono i cosiddetti titoli difensivi, penalizzati dalla riscoperta del comparto finanziario: Finmeccanica lascia sul terreno il 7,7%%, Enel quasi il 12%. In fondo al listino principale della Borsa italiana ritroviamo alcuni titoli finanziari. Montepaschi (-27%), Unipol (-24%) e Generali (-23%).

Vale lo stesso ragionamento fatto per Intesa: il recupero degli ultimi mesi non basta a riassorbire le predite della prima parte dell’anno. Gli altri «perdenti» del semestre sono Lottomatica (-21%) e Mondadori (-19 per cento).

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