LO CHIAMANO «AIUTINO»

Il trucco c’è e si vede pure. Dopo quelli di Obama e Zapatero, ora Veltroni prova i panni del mago Copperfield ma non inventa nulla di nuovo. Lo chiamano «aiutino» ma l’escamotage è solo il remake di una vecchia pellicola elettorale: utilizzare pacchetti di voti sicuri per far vincere i nemici del tuo nemico. Partorito nelle regioni rosse già nel dopoguerra con una doppia lista per il comune di Bologna - la famosa «due Torri» - che serviva a scomporre i voti bulgari per marciare divisi e colpire uniti, incassando più seggi nel consiglio comunale. Anche in tempi più recenti, l’aiutino fu riesumato per dare crisma di dignità alle miserie del ribaltone: era il ’96 e l’esangue lista di Lamberto Dini riuscì a superare il quorum del 4% grazie ai voti fatti dirottare dalle più fedeli sezioni della Quercia. Ora i cervelli del Pd studiano come colpire il Cavaliere rispolverando il vecchio repertorio per tentare di limare la maggioranza del Pdl al Senato.
Prima opzione di voto disgiunto: perché in una regione rossa dove il premio di maggioranza è certo, non far convergere i voti eccedenti su Casini, aiutandolo a superare il quorum per Palazzo Madama? Tant’è che Casini si prepara sparando su Berlusconi come un girotondino.
Seconda opzione: in regioni come la Lombardia, dove il Pdl ha più voti di quanti necessari per il premio di maggioranza, e la sinistra rischia di mancare il quorum, il Pd potrebbe rinunciare ad un senatore per toglierne tre al Pdl, dandone così quattro a Bertinotti. In cambio, nelle regioni piccole o a rischio, i voti della sinistra arcobaleno si trasformerebbero in voto «utile» al Pd.
Fantasie? Il primo a ipotizzare due possibili voti di sinistra è stato Bertinotti e ora gli esperti del Pd si sono messi al lavoro. Nel frattempo Veltroni ha cambiato registro, calando la maschera buonista.

Ed eccolo rinunciare a Porta a Porta soltanto per inibire la partecipazione di Berlusconi: usando spregiudicatamente la par condicio, che va ignorata per imporre il duello fra i due principali contendenti, ma torna indispensabile se una rinuncia di Veltroni riesce ad oscurare il temibile avversario. Gira e rigira, dal cilindro di Walter Copperfield esce il solito diavolo Berlusconi.

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