Milano - Dunque l’effetto è garantito: la vita di Padre Pio diventa un musical. E il cast è un signor cast. Detta così, sembra la solita operazione furbetta, di quelle pensate apposta per raccogliere tanto pubblico e poca stima, rabberciate su due piedi per far cassa e tanti saluti a tutti. In realtà, dietro a Recital - Le canzoni di Padre Pio c’è una macchina organizzativa da fare invidia a tante altre, diretta da Giancarlo Amendola, che ha già prodotto anche i musical di Riccardo Cocciante. E le coreografie sono frutto delle intuizioni di Franco Miseria, uno dei più famosi coreografi italiani sin dai tempi del Fantastico televisivo. Difatti, il suo nome ha attirato ai casting ben 2.500 aspiranti ballerini, dai quali è stato selezionato un corpo di ballo di sedici elementi che sarà una delle spine dorsali dello show. Tanto per capirci, Recital sarà un viaggio rispettoso e fedele nella vita del frate cappuccino che Giovanni Paolo II ha santificato nel 2002 dopo una lunga querelle che ha richiamato attenzione in tutto il mondo e paginate su ogni giornale. Si tratta, in poche parole, della sua biografia portata in scena con garbo, senza spettacolarizzazioni esasperate o facili cadute nello scandalismo purchessia. La chiamata alla Fede. Gli ostacoli. Le stimmate. L’enorme dedizione dei fedeli. D’altronde la principale voce recitante sarà quella di Nino Castelnuovo, uno dei maestri del nostro teatro dall’alto di una carriera lunga più di mezzo secolo. A lui si affiancheranno Alessio Di Clemente e Maurizio Aiello, tutti impegnati a seguire un filo conduttore che, oltre a prosa, danza e musica, unisce anche proiezioni dei filmati originali di Padre Pio scelti in modo da fotografare i momenti decisivi della sua vita terrena. In più c’è la musica. Sul palco ci sarà una band niente male, composta da strumentisti che abitualmente suonano con Gianni Morandi e Massimo Ranieri e che sanno come mantenere alta la tensione durante un concerto (ossia Ezio Zaccagnini, Bob Masala, Alfredo Bochiccio, Riccardo Ciaramellari). Però il punto d’attrazione della colonna sonora saranno i testi delle canzoni, tutti fedelmente tratti dall’Epistolario di Padre Pio e cantati quasi per intero da Giuseppe Cionfoli (con l’aggiunta di Tom Sinatra e Margary Signorino). Certo, Cionfoli ormai lo conoscono tutti: ora ha 57 anni, ma ne aveva trenta quando debuttò a Sanremo nel 1982 diventando uno dei casi più rumorosi della storia del Festival. Poi ritornò l’anno successivo e fece pure un’altra apparizione nel 1994 con la Squadra Italia. Aveva quasi concluso il noviziato, vestiva il saio dei frati cappuccini, era perfetto per suscitare scalpore e difatti ne suscitò moltissimo, arrivando addirittura a vendere mezzo milione di copie del suo primo ellepì. Senz’altro, a dispetto delle facili critiche e pelose, Cionfoli qualche talento musicale ce l’ha e lo dimostra anche nel disco Le canzoni di Padre Pio vol. 1 che raccoglie i brani del recital e che sarà in distribuzione nei prossimi giorni. D’accordo è musica che ha connotati ben precisi e che non passerà mai sui grandi circuiti radiofonici. Però è strutturata egregiamente, arrangiata con bel mestiere e cantata con quello spirito leale e fedele che fa di Cionfoli un interprete degno di nota.
Perciò sarà lui, oltre naturalmente a Nino Castelnuovo, il fulcro di questa sorta di musical atipico che debutta al Palapartenope di Napoli il 2 e 3 maggio e poi replica a Eboli il 16 maggio prima di preparare una lunga tournée in partenza alla fine dell’estate. Il cast si troverà domani a Fiuggi per le prove generali. E poi la parola passerà al pubblico, chiamato a valutare un esperimento che una volta tanto mescola gli ingredienti giusti per diventare un successo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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