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Chiamparino, il tifoso-sindaco salva il Toro pensando alle urne

Il Comune, per evitare il crac granata, si era accollato i costi del vecchio stadio, trovando lo sponsor e assumendo ex dipendenti del club

Tony Damascelli

È un momento d’oro per i sindaci di qualunque città. Quelli poi che hanno deciso di occuparsi di football godono del privilegio di finire in prima pagina, di essere intervistati da radio e tivvù, di arruffare il popolo, quello dei tifosi-elettori nella prossima primavera. Dunque i sindaci delle città le cui squadre giocano in serie B si ribellano al calendario che ha posto le partite della seconda divisione al sabato pomeriggio. Il sindaco di Torino che ha, ahilui, le due squadre divise da un destino incredibile, una campione d’Italia e figlia del capitale, l’altra retrocessa in B dopo promozione effimera e senza più un centesimo in cassa, il sindaco ds Sergio Chiamparino, sta vivendo giorni difficili. Le priorità della sua città sono mille, dovunque i cantieri hanno devastato strade e controviali (controllate corso Francia, uno su tutti), in onore dei prossimi Giochi Invernali ai quali i torinesi sono interessati soprattutto per le macerie e le chicane stradali; martedì sera si è verificato un episodio che conferma come Torino cerchi l’Europa ma faccia spesso fatica a restare in Italia: lo scalo di Caselle chiude alle ore 23 e il servizio carburante non concede deroghe; l’aereo privato che avrebbe dovuto partire per la Spagna dove avrebbe prelevato un cuore da trapiantare su una bambina torinese di un anno, è rimasto a terra per assenza di benzinaio, diciamo così.
Una storia grande per una città piccola che in queste ore sembra afflitta da un solo problema: il Torino calcio. Così appare, considerato che Sergio Chiamparino, appunto il sindaco, è rientrato in fretta dalle ferie a Tropea per affrontare il caso delicatissimo, una squadra senza padrone o meglio con un padrone che era gradito ma non c’era più, Urbano Cairo, e un altro sgraditissimo ma che si era presentato, Luca Giovannone. I tifosi-elettori vanno accontentati anche se sputano e aggrediscono un giornalista della Rai, costringendolo alla ritirata, anche se la piazza è calda, minaccia disordini per questa comica d’estate.
Sergio Chiamparino ha mediato vivendo da tifoso granata e da sindaco, quindi malissimo. Da quando Mercedes Bresso ha assunto il comando della Regione, Chiamparino ha preso a inquietarsi. Infatti, paradossalmente, lo stesso sindaco aveva un buon rapporto con l’azzurro Ghigo, anche se di idee e gruppo politico opposto. Il «monocolore» di sinistra, città-Provincia-Regione, ha tolto la prima fila a Chiamparino che proprio al ruolo occupato dalla Bresso aspirava e aspira. Poi si sono messi di mezzo il Toroc, il Toro e la Fiat, il comitato che gestisce e organizza i giochi olimpici d’inverno, la squadra di calcio e l’azienda di cui sappiamo: in tutti e tre i casi, guai di contabilità e immagine in crisi. Il Toroc è stato sistemato, tra mille affanni politici, licenziamenti, commissariamenti, in attesa dell’evento, occasione che consentirà a Chiamparino di essere uno dei protagonisti, appunto, il sindaco della città dei Giochi. Con la Fiat è stato stipulato un accordo che prevede la compravendita di aree di Mirafiori, da parte di Regione, Provincia e Comune con il versamento di 70 milioni di euro, in cambio Fiat si impegna a fabbricare la Punto a Torino, mentre le aree suddette verranno utilizzate per centri di ricerca e di sviluppo. Infine, il Torino calcio: ha vissuto fino a ieri nell’incertezza legata non tanto al futuro tecnico della squadra ma alle garanzie della nuova proprietà. Il Comune di Torino, fatto inedito per l’Italia, ha privatizzato i due stadi, il Delle Alpi e il Comunale, affittandoli alle due società, la Juve per il Delle Alpi, il Torino per il Comunale, «inventandosi» un modello giuridico, il diritto di superficie (che è diritto reale) che permette alla Juve e al Toro di utilizzare per 99 anni gli stadi. I club si impegnano a ristrutturare gli impianti, il Torino a predisporlo per l’inaugurazione dei Giochi invernali. In cambio i club ricevono volumetrie per edificare, con destinazione residenziale o commerciale, intorno agli stessi impianti.
Il Torino ha ricevuto lo stesso diritto e stesso beneficio per il Filadelfia. Le società possono accedere al credito sportivo per le ristrutturazioni, a tassi agevolati. Il Torino, dopo che la situazione del proprietario Cimminelli è precipitata, non aveva fondi per pagare l’impresa di costruzioni e per definire la pratica di accesso al credito, trovandosi in difficoltà per ultimare i lavori del Comunale in vista delle Olimpiadi. Chiamparino si è sostituito al club nella gestione e nel diritto di superficie dopo che, due settimane orsono, era stato risolto il contratto per inadempimento della società granata e si è detto disponibile ad assumere una dozzina di impiegati del club (respinti da Cairo) per dirottarli sui Giochi.
Il sindaco è di fronte a due urgenze: l’accertamento giudiziario della risoluzione del contratto (Chiamparino è subentrato al Torino come committente dei lavori appaltati all’impresa Mazzi di Verona); deve provvedere al pagamento degli stessi e riallacciare i rapporti con il club. Non solo, ma per consentire al Toro di accedere al Lodo Petrucci, il sindaco ha provveduto a coprire il «buco» in bilancio attraverso la sponsorizzazione della Smat, la società municipalizzata dell’acquedotto. E infine Chiamparino aveva ribadito di non accettare trattative con Luca Giovannone nuovo titolare del diritto di superficie: «Tratteremo l’affitto dello stadio a prezzi di mercato» aveva minacciato il sindaco. Infine il Toro ha evitato l’asta, Cairo ha vinto, Chiamparino ride, la Bresso per ora torna al buio. Verrà primavera, voti a rendere.

Ma la pompa di benzina a Caselle resta chiusa dopo le 23.

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