
"Troppo attuale e personale". Così Piero Chiara (1913-86) definiva il suo diario, a lungo restato inedito, che ora è pubblicato per la prima volta in volume e che dimostra come lo scrittore abbia intuito che esibire il proprio pensiero in note quotidiane sarebbe diventato di grande attualità in una editoria come la nostra dove agli scrittori nulla dei propri taccuini e pensieri viene risparmiato in nome di contratti capestri. In queste note, composte tra il luglio 1970 sino al luglio del 1986, lo scrittore di Luino ci racconta di un effimero quotidiano dove "facce vecchie e nuove sono comunque sempre le stesse", dei giochi di poteri degli editori per conquistare un premio letterario, di pittori come Renato Guttuso, attorniato da una corte di "servi", di scrittori come Guido Piovene che "minaccia una nuova serie di romanzi", dell'amico di sempre Giancarlo Vigorelli e soprattutto di colui che ha sempre considerato il proprio erede, Federico Roncoroni. Ed è proprio dal Fondo Chiara dell'Archivio Federico Roncoroni che proviene questo diario, che esce col titolo Cronache con una nota al testo di Bernardo Marinoni e una filologica di Egea Roncoroni, in un volume di piccolo formato stampato in soli 81 esemplari non venali da Victor Fieschi D'Ugenta per ricordare Federico Roncoroni che di Chiara è stato allievo, amico ed erede del lascito di tutti gli inediti. Inediti che la sorella Egea gestisce con la stessa cura che avrebbe mostrato Federico Roncoroni e anche lo stesso Chiara.
Non si tratta dei soliti scritti postumi.
Nelle sue pur poche pagine è il testamento di uno scrittore come Chiara che abbandona la maschera di autore ferocemente ironico per svelare la propria umanità, la modestia, la ritrosia di uomo e di artista troppe volte condannato dalla critica ad essere uno scrittore quasi minore. Qui dimostra tutta la sua grandezza. propria di chi anche solo in una parola racconta un mondo.