La linea di questo Giornale in generale e mia in particolare sullannata della Sampdoria è stata sempre molto chiara, netta, inequivoca, dura. A volte dura ai limiti della sgradevolezza. Ma crediamo, fortissimamente crediamo, che sia molto meglio essere sgradevoli piuttosto che falsi. E, purtroppo per il Doria, tutto quello che abbiamo detto si è sempre puntualmente verificato. Un po come capitava al Grillo Parlante con Pinocchio.
A questo punto, però, mentre la situazione precipita - e persino se la Sampdoria dovesse vincere tutte le cinque partite che mancano, a partire da quella di sabato a Roma - vale la pena di continuare a fare i Grilli Parlanti. Con la speranza che il presidente Garrone legga e rifletta. Così come speriamo che il presidente Garrone guardi Gradinata Sud e Liguria in diretta sport su Primocanale, dove Maurizio Michieli e Vittorio Sirianni hanno lunica colpa di fare il proprio mestiere da uomini liberi. Così come speriamo che il presidente Garrone legga almeno il Secolo XIX, dove domenica Claudio Mangini ha scritto un ottimo commento sulla necessità che i colpevoli di questa situazione ammettano le loro responsabilità, che condividiamo dalla prima allultima riga. Insomma, non siamo soli. O, perlomeno, non lo siamo più.
E quindi qual è oggi il ruolo dei Grilli Parlanti? È quello di ripetere, per lennesima volta, che un bellissimo ciclo è finito e che i due principali artefici di quel ciclo, Marotta e Novellino, secondo noi, dovrebbero cambiare aria. Dopo essere stati ringraziati per quanto di buono hanno fatto, facendo grande il Doria negli scorsi anni. Ma anche dopo essersi scusati con i tifosi per tutti gli errori di questanno, mai ammessi pubblicamente, ma anzi minimizzati in continuazione. E dopo essersi scusati con la stampa per alcune scelte sbagliate e incomprensibili: dallallontanamento di un giornalista del Secolo da Bogliasco, allostracismo nei confronti di Primocanale.
Certo, ieri Novellino ha speso qualche intelligente parola sulla critica di chi non critica. Ma quellaltra parolina, quella magica, «Scusateci», quellammissione ovvia di uno sfascio che è sotto gli occhi di tutti, «Abbiamo sbagliato», è il minimo che spetta agli straordinari tifosi della Sampdoria: quelli della Sud, che ancora sabato hanno dato una grande lezione di civiltà, ma anche quelli di tutti gli altri settori dello stadio, che non si meritano un calcio simile. Ma, soprattutto, non si meritano di essere presi in giro da chi è andato in giro a parlare di europe varie e di sete di vittorie e da chi ha divulgato il Verbo, quando era palese che non cera trippa per gatti. Così come non si meritano di essere presi in giro da chi ha spacciato Colombo, Iuliano e Marchesetti come grandi acquisti o da chi parla di Palombo come di Maradona. A tratti sembrano Fonzie che, quando doveva dire «Ho sbagliato», veniva colpito da balbuzie irrimediabile. E non valga a giustificazione degli errori di Marotta il fatto che avesse pochi soldi da spendere: anche il Chievo ha speso poco, ma ha speso bene. La differenza è tutta qui.
Dallanno prossimo, ci piacerebbe non vedere più Novellino, nè Marotta.
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