Cultura e Spettacoli

Le chiese segrete di Amsterdam: un divieto olandese...ma all'italiana

Dalla fine del '500 e per tre secoli, l'Olanda impedì la professione del culto cattolico e la costruzione di chiese, ma solo ufficialmente. Le autorità cittadine infatti chiudevano un occhio se i fedeli realizzavano i loro templi in edifici anonimi che non ostentassero all'esterno alcun simbolo religioso

Nel 1578 la riforma protestante conquistò definitivamente Amsterdam e l'intera Olanda e il culto cattolico fu assai sbrigativamente messo al bando. Niente più messe e quindi niente più chiese. O quanto meno ufficialmente. Perché il divieto venne per così dire applicato «all'italiana»: ossia cari cattolici, fate pure, ma con discrezione, senza mettere segni all'esterno dei vostri edifici sacri. E i templi si diffusero in tutta la città, mascherati dietro anonime facciate di anonimi edifici. Ben noti, ma tollerati dalla compiacenti autorità cittadine. L'ostracismo, in quella che sarebbe poi diventata la patria della tolleranza, durò tre secoli fin quasi alla fine dell'800 quando le autorità olandesi fecero cadere definitivamente e ufficialmente l'anacronistico divieto. Le minoranze religiose poterono uscire dalle catacombe per professare la propria fede alla luce del sole e progressivamente, con la realizzazioni di nuove chiese, quelle segrete andarono lentamente sparendo.
Tutte tranne una, la più grande e la più bella: «Ons' Lieve Heer op Solder», grosso modo «Nostro caro Signore in solaio», al numero 40 dell'Oudezijds Voorburgwal, a ridosso del quartiere a luci rosse. Fu ricavata nel 1663 in un complesso di proprietà del ricco mercante Jan Hartman ed era composta da una corpo principale che dava sul canale e due edifici più piccoli sul retro. Da fuori dunque la tipica casa cittadina, stretta, perché le tasse sugli immobili, una sorta di Ici ante litteram, si pagavano sulla larghezza della facciata, alta e con grandi finestre, per diminuire il peso del palazzo e non farlo sprofondare nel poco stabile terreno sottostante.
Al pian terreno e al primo piano, le stanze occupate dalla famiglia Hartaman, al secondo piano la chiesa vera e propria: un ampio salone rettangolare con due loggiati laterali che la fanno assomigliante più a un tempio protestante che cattolico. La chiesa venne realizzata sfruttando i solai dei tre edifici e le travi orizzontali vennero sostitute due longitudinali e da tiranti di ferro, tanto che la costruzione risulta per buona parte «appesa» al tetto. Molto spartana negli arredi, ha il suo punto centrale nell'altare in finto marmo, quello vero avrebbe pesato troppo. Dentro una pala rappresentante il battesimo di Cristo realizzato nel 1716 da Jacob de Wit, sormontata dagli stucchi con il Padre e lo Spirito Santo, raffigurato come una colomba. Di fronte l'organo costruito appositamente per la chiesa nel 1794 da Hendrik Meye e ancor oggi usato con regolarità.
Nel 1875 cadde dunque ogni divieto e anche i cattolici poterono liberamente professare la loro religione. Iniziò la costruzione di una serie di chiese tra cui la maestosa San Nicola, completata nel 1888. «Ons' Lieve Heer op Solder» riuscì a evitare la distruzione, destino a cui andarono incontro tutte le altre, grazie all'impegno di un gruppo di appassionati di storia riuniti nel «Amstelkrig», Circolo dell'Amstel, che trasformarono in museo la residenza della famiglia Hartaman. Qui risalta il salotto, dove il ricco mercante riceveva gli ospiti, con al centro un ricco camino composto da due colonne tortili che sorreggono una cappa e le pareti adornate da preziosi dipinti del XVII secolo.

E ovviamente la chiesa, per altro ancor oggi funzionante, anche se solo in occasione di matrimoni e del Natale.

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