Chievo, gol gioiello E il Napoli frena la rincorsa scudetto

Ogni volta che il Napoli ha l’occasione di avvicinarsi alla vetta, puntualmente la fallisce. Il Milan va a +5 nonostante la frenata di martedì sera e l’entusiasmo scatenato sotto il Vesuvio dalla quaterna contro i resti della Samp scema di colpo. D’altronde, quando il tridente delle meraviglie (ieri Lavezzi era addirittura assente per squalifica) non brilla, la squadra di Mazzarri perde gran parte del suo potenziale e, si potrebbe dire, diventa quasi una formazione normale. Ne approfitta il Chievo che ripete l’impresa del San Paolo di settembre, rivelandosi la bestia nera dei partenopei.
Il capitombolo nel gelo del Bentegodi è fragoroso e non solo per la differenza di classifica tra le due squadre. Il Napoli non perdeva dall’Epifania, quando cadde a San Siro con l’Inter e incassò tre reti. Da allora porta inviolata e difesa che aveva dato solide garanzie (De Sanctis è caduto dopo 437’ di imbattibilità). Ma la stanchezza si è fatta sentire ed è bastato un Chievo coriaceo e ben disposto in campo per demolire le certezze di Mazzarri. Che aveva comunque ammonito i suoi alla vigilia sulla pericolosità dei veneti.
Si attendeva il Matador, l’uomo dei record, e in molti speravano che fosse proprio lui a segnare il gol numero 1000 in trasferta del Napoli. Invece nel tabellino marcatori spuntano a sorpresa i nomi di Davide Moscardelli, di famiglia romana ma belga di nascita, che ha scoperto ultratrentenne la serie A, e di Gennaro Sardo, che dal nome di battesimo tradisce chiare origini partenopee (è di Pozzuoli). I veneti surclassano gli avversari sul piano dell’agonismo, sembrano più aggressivi e a livello tattico leggono bene la partita. Il modulo con 5 difensori (con gli esterni Sardo e Jokic comunque propositivi) sorprende Mazzarri che si vede bloccare anche le corsie, dalle quali nascono spesso azioni che favoriscono il trio d’attacco. Zuniga non è Lavezzi e il colombiano ha anche il demerito di perdere palla nell’azione che sblocca il match. I centrali del Chievo non sembrano mai in difficoltà contro un Cavani che gira a vuoto anche perchè poco servito dai compagni (il Matador fallisce un gol clamoroso a fine primo tempo con Sorrentino a terra, poi manderà alto un colpo di testa e si beccherà anche un giallo per proteste).
La partita gira su un pallone recuperato a centrocampo che porta alla percussione di Pellissier (decisivo all’andata con una doppietta) e al delizioso servizio per Moscardelli: la punta stoppa bene e con un bel sinistro a girare sorprende De Sanctis. Un bel regalo di compleanno per l’attaccante (oggi compirà 31 anni) al quinto gol nella prima stagione tra i «grandi». «Il gol mi mancava da un po’, ho scelto la serata giusta», dirà poi Moscardelli. Il Napoli stenta a riprendersi, appare senza idee e senza identità. Mazzarri gioca la carta Lucarelli, rientrato domenica dopo sei mesi di stop per l’infortunio al crociato. Ma a inizio ripresa Sardo regala una giocata da trequartista, superando tre avversari e poi battendo De Sanctis con un tocco d’esterno ravvicinato. Ogni volta che il difensore va in gol, il Chievo vince (è successo due volte con la Fiorentina e una con la Juventus). Vorrebbe festeggiare il gol con un sottomaglia con la foto della sua famiglia, ma l’ha dimenticato nello spogliatoio e così rimedia il giallo.


Moscardelli non infierisce nel finale, sparando alto un tiro facile facile, ma il Napoli esce comunque con le ossa rotte e forse ridimensionato nelle ambizioni scudetto. Anche se questo mediocre torneo ci ha abituato a sorprese continue.

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