Il carcinoma pancreatico rappresenta la quarta causa di morte per neoplasie in Italia e sono dai 6 ai 7.000 i nuovi casi osservati ogni anno, come è stato confermato durante il settimo congresso europeo della Associazione internazionale epato-pancreatico-biliare, svoltosi a Verona, con la presidenza del professor Claudio Bassi. La sede anatomica e le caratteristiche biologiche particolarmente aggressive del cancro del pancreas ne rendono difficile la diagnosi precoce: solo un venti per cento circa dei pazienti affetti dalla malattia possono essere radicalmente resecati con la chirurgia che tutt'oggi rappresenta l'unica possibilità di guarigione.
Durante il congresso sono emerse queste interessanti indicazioni. Non tutti i tumori del pancreas sono particolarmente aggressivi come il carcinoma. In particolare nel campo dei tumori che si manifestano come «cisti del pancreas» è oggi possibile una diagnosi di precisione ed una terapia che assicura la guarigione alla maggioranza dei pazienti. Alcune forme tumorali possono essere trattate in modi meno invasivi e cruenti. Inoltre la chirurgia laparoscopica miniinvasiva del pancreas senza «tagliare la pancia» si sta diffondendo sempre di più e garantisce risultati sovrapponibili alla chirurgia tradizionale. Infine, la chemioterapia post-operatoria dopo resezione del carcinoma pancreatico può aumentare di tre volte la sopravvivenza a cinque anni rispetto a quanto sino ad ora si riusciva ad ottenere.
Tutto questo non è ancora sufficiente, ma è evidente che il futuro ci porterà gli strumenti per affrontare anche le forme tumorali pancreatiche più aggressive. A Verona ogni anno vengono trattati 2500 casi di neoplasie del pancreas, con risultati incoraggianti.
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