Chiti: "Senza maggioranza cade tutto, non solo D'Alema"

Chiti: "Senza maggioranza cade tutto, 
non solo D'Alema"

Roma - «Il ministro degli Esteri non fa una corsa isolata. Non è questo il problema: un governo che non ha una maggioranza autosufficiente e coesa lascia. Non è che lascia il ministro degli Esteri o degli Interni». Non ha dubbi di sorta il ministro per le Riforme Vannino Chiti. «Certo che c'è preoccupazione. Non possiamo fare finta di niente». «Il fatto che non si sia avuta una maggioranza autosufficiente a Palazzo Madama, dopo aver ascoltato un discorso netto e bello come quello fatto dal ministro degli Esteri - sottolinea Chiti - è un fatto grave, serio e preoccupante. Tant'è che il presidente del Consiglio salirà al Quirinale. Non è possibile che un governo faccia finta di niente su un tema così rilevante com'è la politica estera, tenuto conto degli impegni e delle responsabilità che spettano all'Italia».

Chiti non intende addentrarsi nel timing della crisi di governo e sui prossimi passi che dovranno essere compiuti. «Adesso decideranno il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio e noi con loro. Non si può far finta di niente -insiste il ministro- un governo che intende innovare le politiche per guidare il paese non può andare avanti senza una maggioranza unita e coesa. Un governo con queste ambizioni lo può fare solo se ha una maggioranza forte e coesa anche al Senato e non solo alla Camera». Quanto ai prossimi passaggi, Chiti sospende il giudizio «sarebbe davvero scorretto se io dicessi cosa bisogna fare. Questo lo deve valutare il presidente della Repubblica, in base a ciò che riferirà il presidente del Consiglio. Non mi pare, però, che ci siano problemi sul voto di fiducia alla Camera. Se c'è un nuovo governo il problema della fiducia è al Senato.

Ma il punto vero -ribadisce il ministro per i Rapporti con il Parlamento- è valutare se la coalizione che ha vinto le elezioni ha una maggioranza forte e autosufficiente al Senato. In questi giorni si è dimostrato che la maggioranza non c'è».

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