Cronache

An chiude i giochi, Bornacin capolista al Senato

An chiude i giochi, Bornacin capolista al Senato

Fra brindisi e mugugni, giochi fatti in casa An per le liste elettorali. Ieri la direzione nazionale del partito ha definito i capilista al Senato, lasciando al leader Gianfranco Fini, che sarà capolista in tutta Italia, la delega per la composizione delle liste della Camera, che pure in Liguria hanno ormai forma certa.
Vince su tutti il deputato uscente ed ex coordinatore ligure Giorgio Bornacin, che sarà capolista al Senato. Dietro di lui il capogruppo in Regione Gianni Plinio. Quest’ultimo rischia di non farcela, dicono i calcoli elettorali che ad An dovrebbe spettare un solo senatore ligure, ma se la Casa delle libertà vincesse le elezioni, Bornacin potrebbe essere nominato sottosegretario e lasciare il posto a palazzo Madama al primo dei non eletti, Plinio appunto. Nei giorni scorsi alcune voci avevano dato a rischio la candidatura di Bornacin. Lui se la ride: «E me la rido dal 30 ottobre scorso, perché è da allora che ho la certezza di essere ricandidato». Il 7 febbraio addirittura, Fini lo aveva invitato alla Farnesina, chiedendogli di scegliere. Pare sia andata più o meno così: «Se vuoi puoi essere terzo alla Camera dopo Ignazio la Russa, se invece vuoi ascoltare il consiglio di un amico fai il capolista al Senato» gli avrebbe detto il leader.
Più complessa la situazione alla Camera. Lì, al terzo posto dopo Fini e La Russa da ieri è comparso il nome di Eugenio Minasso il coordinatore regionale. «Farò un passo indietro per lasciare questa opportunità ai colleghi» aveva detto non molto tempo fa, ma pare che a Roma Altero Matteoli si sia molto speso per ottenere un suo posizionamento al terzo posto della lista, quindi fra i certamente eleggibili. Resta al quarto posto così Giacomo Gatti. Dicono che l’ex consigliere regionale, oggi consigliere comunale alla Spezia, non l’abbia presa bene, e che i colleghi abbiano dovuto convincerlo a non rinunciare al posizionamento che, per quanto svantaggiato, potrebbe portarlo a Montecitorio se La Russa, candidato anche in Lombardia, una volta eletto optasse per il seggio di quest’ultima regione. I giochi qui restano aperti, perché non è affatto scontato che la Russa rinunci.

Tutto dipenderà dal risultato elettorale.

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