Chiude nel 2007 il terzo restauro dal Dopoguerra

A trent’anni di distanza dal precedente intervento solo problemi di degrado

Chiude nel 2007 il terzo restauro dal Dopoguerra

Dovranno aspettare ancora un po' i milanesi per rivedere il loro Duomo completamente «svestito» dai ponteggi che ricoprono la facciata. Ma «il lavoro sta venendo proprio bene» - afferma Benigno Mörlin Visconti Castiglione, direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo. «Il restauro è lungo - continua -, ci sono tante cose da fare: l'abbiamo praticamente iniziato nel 2003 e durerà ancora un paio d'anni». Lentamente, però, i teloni protettivi, che sigillano le impalcature su cui i restauratori sono costantemente all'opera, iniziano a scendere: sono ormai tornate a cielo aperto, in tutto il loro candore, le dodici guglie e la zona superiore della facciata. «Nella parte sottostante - continua l'ingegner Mörlin - la pulitura del marmo è già stata eseguita, ma sono ancora in corso le sigillature dei circa 4500 blocchi di marmo, il restauro delle 400 statue presenti e di tutte le parti di ornato rovinate, e la pulitura e risigillatura delle vetrate alle finestre».
Ma non è certo questo il primo intervento di manutenzione alla cattedrale ambrosiana. Nel corso del Novecento già a metà degli anni '30 ci fu un restauro, successivamente si intervenne di nuovo a seguito dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, infine tra il 1972 e il 1974 fu eseguita l'ultima azione di bonifica. «L'odierno intervento conservativo giunge a trent'anni di distanza dal precedente - aggiunge Mörlin -, infatti non abbiamo riscontrato problemi di statica ma solo di degrado». Trent'anni sono, dunque, l'intervallo di tempo che passa solitamente tra un'operazione di restauro e l'altra, prima cioè che l'opera di corrosione dell'inquinamento porti ad un’usura tale del materiale da farne temere la frantumazione e la conseguente pericolosa caduta a terra. «Rispetto al precedente lavoro sulla facciata - afferma Mörlin -, che però non comprese il risanamento alle guglie eseguito ora e che si basò forse più su di un'opera di pulizia e di consolidamento, questa volta ricostruiamo e sostituiamo anche tutte le parti di marmo rovinate. E' per questo che ci vuole più tempo».
I lavori realizzati in questi primi anni hanno consentito di rimuovere le parti pericolanti e di consolidarne altre. Sono stati inseriti tasselli sulle strutture statuarie e di ornato. È stata avviata l'opera di sigillatura e quella di manutenzione per l'acqua. Sono stati ripuliti i depositi e le incrostazioni mediante un lavaggio che non ha reso necessario un intervento particolarmente drastico con speciali macchinari. Nel frattempo la chiesa è stata anche «radiografata» con un georadar, un apparecchiatura che permette di esaminare in profondità le strutture dell'edificio. Quest'operazione risponde innanzitutto ad un criterio di sicurezza, permettendo di scoprire se il rivestimento di marmo sia sempre solidamente attaccato alle pareti su cui appoggia e se i chiodi che reggono le lastre risultino o meno arrugginiti. Ma consente anche di «penetrare» a fondo i muri, indagando le parti strutturali interne dell'edificio. Grazie ai risultati di questi rilievi si otterrà una chiara descrizione di come la cattedrale sia stata edificata durante i secoli. «Con i nuovi mezzi di analisi utilizzati - continua l'ingegnere - al termine dei lavori potremo contare su una documentazione imponente e fornire rilievi e referti molto precisi sullo stato dei materiali e delle strutture del Duomo».
L'enorme lavoro di restauro che interessa l'area degli oltre quattromila metri quadrati della superficie della facciata (alta 65 metri), sta impegnando a pieno i dipendenti dei tre cantieri della Veneranda Fabbrica, il cantiere Duomo, quello dei marmisti e le cave di Candoglia dove, fin dal Trecento, viene estratto il marmo originale per la cattedrale.


Liberati ormai dalle impalcature e ripuliti da tre decenni di esposizione al micidiale inquinamento metropolitano, sono così tornati a vegliare sulla nostra città i Santi raffigurati nelle dodici statue che sormontano le guglie della facciata: San Canziano, San Biagio, San Giovanni Battista, Sant'Alessandro, San Felice, San Vittore, San Nabore, San Protasio, San Gervasio, San Cipriano, Sant'Agricola e San Genesio.

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