Chiusa da ieri la Casa di cura che funzionava

Chiusa da ieri la Casa di cura che funzionava

Da ieri la Casa di Cura di Villa Scassi non funziona più. Lunedì notte alcune finestre dell’elegante edificio all’interno dell’ospedale di Sampierdarena erano ancora illuminate, segno della presenza di pazienti paganti. Per intenderci quelli che sborsando denaro contante o tramite assicurazioni si facevano operare e trascorrevano la degenza con il confort alberghiero nelle cure mediche specialistiche della sanità pubblica. Ieri è stata interrotta l’accettazione di nuovi malati, andranno «a esaurimento» quelli che ci sono. Invece la struttura probabilmente andrà in malora.
L’aveva inventata Lionello Ferrando questa soluzione geniale che univa pubblico e privato. Ferrando lungimirante amministratore della sanità genovese, scomparso qualche tempo fa dopo una malattia, con il ricavato della casa di cura aveva comprato la risonanza magnetica per l’ospedale. Senza chiedere alla Regione, senza pesare sui conti pubblici e dunque sulla nostre tasche. Ruvido e sincero Ferrando era riuscito dove molti, o forse tutti hanno fallito: far andare in pari il bilancio del suo ospedale.
Adesso Villa Scassi fa parte della Asl3, e ne condivide voragini finanziarie e scarsità di risorse. Mancano personale e mezzi, il pronto soccorso alle nove e mezza di sera è il Bronx con due auto di carabinieri a presidiare affinché tra gli sbandati che approdano lì in cerca di un posto per la notte non scoppino risse e che nessuno aggredisca i sanitari.

Sulla chiusura della Casa della Salute di Villa Scassi sono intervenuti i consiglieri regionali del Pdl: «purtroppo è con estremo rammarico che dobbiamo constatare che i fatti stanno dandoci ragione - dicono Rosso, Bagnasco, Della Bianca, Garibaldi e Rocca - e, come si viene a sapere da una lettera di servizio dell'Asl 3, dobbiamo prendere atto che da oggi, martedì 8 marzo (ieri ndr), la dirigenza dell'azienda sanitaria genovese ha ordinato il blocco dei ricoveri ordinari presso la Casa della Salute di Villa Scassi per consentire dal 12 Marzo la completa disponibilità degli spazi degenziali»
Secondo i consiglieri regionali del Popolo della Libertà, che definiscono questo mese di Marzo «il mese nero della Sanità genovese» la gestione formato Burlando e Montaldo chiude ciò che funziona e non garantisce servizi alternativi.

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