Chopard, praticamente dei gioielli Dalle dive alle semplici appassionate, il 70% della produzione della maison svizzera viene venduto alle donne: «Non ostentiamo ricchezza, ma facciamo pezzi divertenti ed eleganti». Il picco di acquisti? A gennaio e a R

A un orologio si chiede precisione. Se la maison è svizzera, vien da sé, la garanzia è incorporata. Ma se l’acquirente è un italiano - o un’italiana -, ovvero il più autorevole compratore di orologi al mondo (statistiche alla mano, l’autorevolezza qui dipende dal numero di pezzi acquistati), l’orologio deve anche risplendere di bellezza. Ecco perché Chopard lavora senza tregua. L’azienda svizzera di orologi e gioielli è una delle poche che può dire «che in Italia, nel 2010, è andata di lusso, merito del fatturato in crescita (+50% per cinque trimestri consecutivi, gli ultimi)». E si parla proprio di vendite. Dai negozi monomarca di Roma, Milano, Firenze, Venezia e Porto Cervo, quest’ultimo aperto solo d’estate, e dai rivenditori. Italiani clienti esigenti, si diceva. Ma le donne sono insuperabili, da sole sfoggiano il 70 per cento del fatturato Chopard composto non solo da orologi ma anche da gioielli. Non sarà un caso che negli ultimi cinque anni le star vincitrici dell’Oscar sfoggiassero tutte gioielli Chopard alla serata finale. «I nostri modelli femminili sono giocosi, allegri - analizza l’amministratore delegato di Chopard Italia, Davide Traxler -. La donna che spesso indossa gli orologi maschili con noi fa una scelta diversa, predilige i femminili. Non ostentiamo ricchezza ma combiniamo i dettagli in modo originale e divertente, ad esempio grazie all’effetto dei diamantini che si muovono sul quadrante. Quanto al cinema siamo sempre stati apprezzati dagli attori e siamo fra gli sponsor del Festival di Cannes». Al salone dell’orologeria che si è appena concluso a Basilea è stata presentata la collezione «Imperiale», il modello «Two-Tone» gioca sul contrasto oro bianco e oro rosa, l’«Imperiale 28mm» ha il fondo in madreperla, delicatamente cesellato e ricorda i cuscini ricamati sui quali i monarchi appoggiavano le insegne reali. La collezione è stata lanciata l’anno scorso a Venezia, in occasione dei 150 anni dell’azienda e durante l’inaugurazione del negozio arredato in perfetto stile settecento veneziano. Come tutti i pezzi in mostra alla fiera tedesca questi nuovi modelli della collezione Imperiale saranno in vendita da settembre. Un’altro gioiello presentato a Basilea è il maschile «L.u.c. Quattro»: «Ogni pezzo è stato realizzato nei nostri laboratori svizzeri - ha spiegato Traxler - e la meccanica è stata messa a punto in una fabbrica sulle montagne Jura». Quest’orologio vanta un brevetto speciale, è a carica manuale (una carica che dura nove giorni), è il primo al mondo a disporre di quattro bariletti sovrapposti e accoppiati in serie, all’interno ha una spirale attorcigliata, lunga due metri che permette di mantenere la carica fino al nono giorno. È anch’esso in oro rosa e costa 18mila euro. Il modello sportivo in acciaio brunito con pulsante rosso ha un nome, «Classic racing superfast chrono split second», che evoca le gare automobilistiche, «siamo partner di varie corse - illustra l’amministratore delegato -, dal Grand Prix di Monaco alla Mille Miglia».
Fra le curiosità: nei laboratori svizzeri si incastonano 4 milioni di brillanti l’anno e ogni giorno si recuperano dai filtri dell’aria qualcosa come due chili di oro.

Il periodo d’oro per le vendite? Gennaio, a Roma: quanto a incassi, supera perfino il Natale. È il mese degli amanti facoltosi, deputati e senatori tornano in Parlamento (e dall’amante) dopo una lunga assenza e si fanno perdonare con un gioiello.

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