Ci risiamo, il marcio fa gol nel calcio

Calcio e scommesse. Non c’è pace per il mondo pallonaro italiano. Una nuova inchiesta è stata aperta dalla Procura di Napoli dopo quella aperta prima dell’estate dalla Procura di Cremona, che sfociò nell’arresto di 16 persone, tra cui l’ex campione, Beppe Signori. Il relativo processo sportivo si è poi concluso con radiazioni e squalifiche di calciatori e la penalizzazione (-6 punti) che l’Atalanta sta scontando nell’attuale campionato di serie A.
La Procura di Napoli, infatti, sta monitorando 150 partite di calcio giocatesi nel corso degli ultimi due campionati. Si tratta di match prevalentemente disputati nelle serie minori ma, ve ne sono alcuni, sui quali si è maggiormente soffermata l’attenzione degli inquirenti, di serie A e serie B. Nel gruppone di partite «attenzionate» ve ne sono anche diverse disputate nei campionati esteri. L’elenco delle 150 partite è stato inviato alla Procura di Napoli dall’Agenzia dei Monopoli insospettitasi da un flusso definito «anomalo» delle scommesse. Il Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Rosario Cantelmo ha spiegato che «è in corso una rogatoria con un Paese straniero» ma, altre ancora saranno richieste in quanto dalle indagini sarebbero emersi dei collegamenti tra il clan D’Alessandro – Di Martino, attivo a Castellammare di Stabia (popoloso centro del napoletano dove l’influenza camorristica è molto forte) e dei personaggi che risiedono in Spagna e in Sudamerica. C’è anche un’altra anomalia sulla quale si stanno soffermando i pm e sarebbe il comportamento tenuto da alcune frange ultras «minori» nei confronti di calciatori appartenenti a squadre avversarie o a quelle per le quali fanno il tifo. Gli inquirenti sospettano che tra queste bande ultras e la camorra vi siano stati dei contatti. Sarebbe addirittura accaduto che le tifoserie estreme si siano rivolte alla camorra per pilotare incontri «minori». Davanti a queste due storie di calcio sporco ancora in embrione, un’altra vicenda legata al mondo delle scommesse (che nulla hanno a che vedere con le 150 partite «attenzionate» dai pm) è stata portata a conclusione dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata. Su ordine dei Pm della Procura Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa otto persone sono state fermate nell’ambito di una inchiesta sulle infiltrazioni della camorra nei centri di scommesse. Tra gli indagati vi sono anche due dirigenti Intralot, Maurizio Lopez e Antonio De Simone. Due agenzie sono state sequestrate dal capitano dei carabinieri Alessandro Amadei, a Pimonte e a Gragnano, nel napoletano. Ma, dalla Intralot fanno sapere: «Con riferimento agli accadimenti odierni», Intralot Italia SpA, si ritiene la totale estraneità dell'azienda alla vicenda oggetto d'indagine della Procura di Napoli, con la quale intrattiene rapporti di leale collaborazione fin dall'inizio delle indagini». Intralot ha poi riferito di ritenersi «parte lesa». Le Agenzie Intralot erano state trasformate nella «lavanderia» dei soldi del clan D’Alessandro – Di Martino. Non solo calcio ma anche tennis per puntate pilotate. Insomma la storica cosca di Castellammare di Dtabia stava cercando di allargare i propri interessi: droga, estorsioni ed ora, anche il mondo delle scommesse con l’acquisizione di un paio di agenzie per le scommesse. Procura e carabinieri di Torre Annunziata avrebbero ricostruito scommesse illegali, si parla di decine di migliaia di euro per puntata fatte da affiliati al clan e dai due dirigenti Intralot. Uno dei sistemi ideati consisteva nell’operare come banco sul sito telematico illegale www.betfair.com, ruolo che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario. Centinaia le intercettazioni telefoniche (e gli sms) utilizzati per portare a termine questa indagine.

Una di queste avrebbe evidenziato lo stretto rapporto esistente tra Lopez e Vincenzo D’Alessandro, capo dell’omonimo clan, raggiunto dal provvedimento mentre si trovava gia’ in cella per altre ragioni. «Ti voglio tanto bene, che matto che sei fratello mio. Mi butterei nel fuoco per te, te lo giuro sui miei figli».

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