"Dal Bangladesh alla Libia. Così blocchiamo gli sbarchi"

Il ministro Piantedosi: "Proporrò quote di ingressi legali in cambio di collaborazione su irregolari e rimpatri"

"Dal Bangladesh alla Libia. Così blocchiamo gli sbarchi"

Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno, impegnato in prima fila nella lotta all'immigrazione clandestina.

Signor ministro, si sta facendo qualcosa per regolare i flussi dei migranti?

«Si sta facendo molto per bloccare e regolare sul nascere il problema. Accordi con i paesi di partenza e di transito. Proprio stasera parto per una missione in Bangladesh e Pakistan, le cui nazionalità sono tra le principali dichiarate allo sbarco sulle nostre coste. Con questa azione siamo riusciti progressivamente a limitare gli arrivi che nel 2022/2023 avevano raggiunto una consistenza molto preoccupante. Ma dobbiamo proseguire su questa strada verso soluzioni strutturali e durevoli di cui vedremo risultati crescenti nel prossimo futuro».

Bangladesh e Pakistan. Quali accordi vuole portare a casa?

«La nostra linea è consentire esclusivamente flussi di ingresso regolare, contrastando i canali gestiti dai trafficanti di esseri umani. Per fare questo proporremo quote di ingressi legali in cambio di collaborazione per bloccare le partenze irregolari e per effettuare i rimpatri».

Dopo l'incontro dei giorni scorsi con il generale Haftar, quali sono i rapporti con la Libia?

«Ci sono rapporti di grande collaborazione all'insegna del rispetto reciproco. Le autorità libiche, pur tra molte difficoltà, stanno contrastando le partenze indotte dai traffici di esseri umani. Molto proficui si stanno rivelando i rimpatri volontari assistiti degli irregolari già da quei territori, prima che partano per l'Italia».

Sul centro in Albania continuano le interferenze della magistratura?

«Non commento mai le decisioni giudiziarie che, peraltro, sicuramente in qualche caso sono state poco condivisibili, talvolta anche per un'impostazione ideologica di singoli giudicanti. Il centro in Albania, ma non solo, è stato realizzato per evitare il più possibile che migranti irregolari pericolosi rimangano a lungo a piede libero, col rischio che commettano reati anche gravi. In ogni caso, col nuovo Patto in vigore dal 2026 i centri in Albania saranno pienamente operativi».

Piantedosi

Anche Trump ha problemi con la magistratura

«Non me la sento di avventurarmi in parallelismi ed in valutazioni di altri contesti, che pure osserviamo con attenzione. In ogni caso, a livello internazionale, anche in paesi governati da forze politiche di

sinistra, è ormai venuta meno ogni suggestione e ogni favore pregiudiziale verso un'immigrazione irregolare ed incontrollata».

Sull'immigrazione l'Italia fa scuola in Europa?

«Molti paesi europei non fanno mistero di guardare con favore al lavoro che stiamo facendo».

Qui da noi gli sbarchi stanno diminuendo?

«Nel 2024 abbiamo avuto un crollo e in questo inizio del 2025 siamo sostanzialmente in linea con lo stesso periodo dell'anno scorso. Grazie alle collaborazioni create, abbiamo pressoché azzerato gli arrivi dalla Turchia, dalla Tunisia e dall'Algeria. In questi ultimi giorni stiamo assistendo a qualche difficoltà a contenere tutte le partenze dalla Libia, ma stiamo lavorando per riportare tutto nella carreggiata giusta al più presto».

Anche i morti sono diminuiti?

«Meno partenze, meno morti».

I funerali del Papa sono filati lisci.

«Abbiamo lavorato benissimo sviluppando al meglio professionalità e capacità che, su quel tipo di impegno, ci riconoscono nel mondo. Abbiamo la migliore Protezione civile e le migliori forze di polizia».

Perché la sinistra non perde occasione per alimentare polemiche nei confronti delle nostre forze dell'ordine?

«Spiace constatare - ma è doveroso farlo - che quegli stessi agenti celebrati in occasioni solenni (come i funerali del Papa) poi purtroppo sono occasionalmente trascinati in polemiche sterili e infondate, credo per motivazioni propagandistiche di corto respiro».

Un bilancio del 25 aprile?

«Una bella festa di libertà e democrazia che si è celebrata anche grazie alle forze di polizia che garantiscono sempre a tutti il diritto di manifestare in sicurezza, anche quando tra i manifestanti si mescolano soggetti che vogliono sfruttare l'occasione per creare disordini».

La storia della fornaia di Ascoli. Perché le identificazioni creano polemica?

«Il governo ha risposto in Parlamento e sull'accaduto la questura di Ascoli Piceno ha chiarito sin da subito ogni aspetto. La titolare del forno è stata identificata dalla polizia locale e non dalla polizia di Stato. Ma non è questo il punto. Anche la polizia locale svolge un ruolo fondamentale per la tutela della sicurezza sul territorio e va preservata da inutili polemiche. Chi è intervenuto avrà voluto semplicemente capire meglio cosa stesse succedendo,

nell'esercizio delle proprie funzioni che si debbono presumere sempre orientate al bene pubblico, senza malevole e pregiudiziali dietrologie. Ma consenta a me una domanda: le pare veramente possibile pensare che il Ministro dell'Interno o un prefetto o un questore possano, anche solo indirettamente, ordinare di identificare qualcuno perché festeggia la Liberazione dal nazifascismo?»

È vero che mentre scoppiavano le polemiche su questa vicenda, lei stava presenziando ad una commemorazione?

«Sì, con un sindaco del Partito Democratico, con un parlamentare di Fratelli d'Italia e tante altre autorità per festeggiare il 25 aprile ricordando un sacerdote trucidato dai nazisti insieme ad altri cittadini inermi».

Operazione efficiente delle forze dell'ordine al concerto del primo maggio: beccati subito gli stupratori

«C'erano agenti di polizia in borghese che sono intervenuti subito e hanno bloccato i molestatori. È uno dei tanti interventi svolti con puntualità, discrezione, professionalità di cui essere grati alle forze di polizia. Ed è la conferma che le polemiche contro gli agenti sono del tutto inaccettabili. Se le immagina le polemiche se, prima di beccare i violentatori, qualcuno avesse scoperto che c'erano degli agenti in borghese mescolati tra la folla?».

C'è un problema di ritorno della violenza in Italia?

«C'è la necessità di isolare e condannare i violenti. Ci sono nel nostro paese frange minoritarie ma estremamente pericolose che continuano ad utilizzare la violenza politica per affermare le proprie rivendicazioni. Si tratti dell'assalto alla sede di un sindacato o di un'aggressione ai danni di studenti sgraditi, o degli atti di vero e proprio antisemitismo portati fino al punto delle aggressioni contro la brigata ebraica, con il pretesto delle critiche al conflitto israelo/palestinese, il discorso va affrontato alla radice.

La prevaricazione è inaccettabile da chiunque provenga e chiunque colpisca. Ci vorrebbe un sentire comune da parte di tutte le forze politiche e sociali nel rigettare la violenza. Invece spesso prevale solo una logica di parte»

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