Ci sono i falsi perfino nel wrestling

Piermaurizio Di Rienzo

Il wrestling piace anche ai falsari. La moda che sta impazzando tra i giovani ha attirato il mercato della contraffazione tanto che la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato un milione e mezzo di pezzi falsi, tra cappellini, magliette e figurine. La merce era stipata in un'azienda tessile della Chinatown milanese e in una serigrafia di Lodi Vecchio. Una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato circa dieci milioni di euro.
Dieci italiani (fra cui imprenditori e rappresentanti legali di società) e un cinese (gestore di un deposito nella zona di via Paolo Sarpi) sono stati denunciati per contraffazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. I militari sono risaliti ad altri opifici, tipografie, serigrafie e grossisti sparsi nell'hinterland del capoluogo e in località dell'Emilia Romagna e della Puglia.
Fra i prodotti sequestrati, pellicole e cliché con i volti degli eroi del wrestling che servivano per la stampa dei loghi su maglie, adesivi e cappellini. Le indagini erano partite ad aprile in occasione dello show di Assago: i finanzieri avevano notato gadget analoghi su diverse bancarelle nella zona del Forum.

«È la dimostrazione che il mondo della contraffazione è sensibile alle mode», spiega Corrado Loero del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano, «il mercato dei falsi è più rapido di quello regolare e questa velocità provoca danni alla concorrenza».

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