Ci sono tre «paisà» nelle file dei canguri

Vincenzo Grella, Mark Bresciano e John Aloisi sono di origine italiana

Il primo è ormai un eroe nazionale. Era il 16 novembre dell’anno scorso, si giocava lo storico spareggio mondiale tra Australia e Uruguay. I rigori a decidere tutto e l’ultimo penalty affidato a John Aloisi, nato ad Adelaide, ma di chiare origini italiane. Gol, Socceroos in Germania e popolo in festa, come mai per il calcio. «Da quel giorno, quando passo per strada mi riconoscono tutti», racconta l’attaccante ex Cremonese (dal ’95 al ’97), attualmente in forza all’Alaves.
Ma i due «paesani» più famosi entro i nostri confini sono Vincenzo Grella e Mark Bresciano. Storie che si intrecciano e poi corrono parallele le loro, quasi come quelle di chi sente di avere un destino comune. Si incontrano tra i banchi del college, diventano amici per la pelle e quindi colleghi, compagni inseparabili. Grella nasce a Melbourne, ma papà Antonio è di Grotta Menadra, un paesino dell’Avellinese, mentre mamma Maria di Carpineto Romano. Rispetto a Bresciano, «Vince» è più grande di un anno e nel 1998, proprio con un anno d’anticipo sull’amico, approda in Italia, all’Empoli. Ci resta fino al 2004, l’annus orribilis della retrocessione, per poi passare al Parma. La sua carriera nella nazionale australiana inizia nel 2003, con il botto: 3-1 all’Inghilterra e prima affermazione importante, preludio alla futura cavalcata mondiale.
Mark Bresciano, anche lui di Melbourne, raggiunge Grella all’Empoli e poi lo precede al Parma, che lo acquista nel 2003 per la ragguardevole cifra di 7 milioni di euro.

Con la maglia della nazionale esordisce nel 2001 e colleziona 27 presenze con sette reti. Un’emozione su tutte: il gol dell’1-0 contro l’Uruguay, viatico per i rigori e quel gol del «paisà» Aloisi che fece impazzire di gioia un continente intero.
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