C'è voluto il colpo di classe per far strappare all'Inter la ragnatela in cui si stava invischiando. Riecco Luis Figo a tener vivo il campionato nerazzurro, quarto gol per lasciar segno e dire alla Juve: noi ci proviamo ancora. E l'Inter continua una serie di 19 partite senza sconfitta, stesso passo o forse meglio della Juve, ma i punti di distacco rimangono otto: sembrano un oceano. Partita faticosa contro l’ultima in classifica. Inter ansimante soprattutto in zona gol. Hanno segnato ancora due centrocampisti. Figo ha aperto la strada. Stankovic ha chiuso la partita meglio del modo in cui l’aveva cominciata: pronti via ed errore da zappaterra. Gran finale con gran sberla sull’invito di Adriano. Inter che sblocca la partita ancora una volta nei venti minuti finali: una specialità della casa, in nome del suo essere squadra da cuore e batticuore.
Visto il gran tambureggiare pomeridiano della Juve, c’era da attendersi una notte calcistica con una squadra subito aggressiva, ringhiosa, pronta a ribattere colpo su colpo alla Signora. Speranza inutile. La gente di Mancini si è lasciata carezzare dal clima dolce di Lecce ed è partita decisa ma non arrembante. Il Lecce, invece, aveva da spolverare la buona stella del nuovo allenatore, uno che molti giocatori hanno avuto come tecnico della Primavera. Rizzo ha mandato in campo Vucinic vera punta unica e un centrocampo più sostanzioso che ha badato a tener sotto pressione quello interista. Operazione complessivamente riuscita ed anzi proprio il Lecce ha dato la sveglia alla partita quando Vucinic ha fatto diventare velenosa una palla che pareva morta. Julio Cesar è stato un gatto nel deviare. Benemerito nell’occasione quanto improponibile nel finale: uscita a svolazzo, a mancar palla che Cassetti ha spedito fuori di testa. Per fortuna del portiere. Neppure fosse preso dal virus di Dida.
Da quel momento l’Inter si è messa in guardia difensiva più stretta, anche se Javier Zanetti ha sofferto il continuo vai e vieni di Cassetti sulla fascia. Sostanzialmente l’Inter ha cominciato a mostrare i muscoli. Veron e Cambiasso hanno lavorato duro, Stankovic e Favalli hanno intuito che la fascia sinistra era la parte molle del Lecce e hanno cominciato a far percussioni. Ci ha provato anche Figo e i risultati potevano essere migliori se l’Inter del primo tempo non avesse fallito le occasioni: Stankovic si è trovato solo ed ha zappato il pallone, più che calciato. Cordoba è sbucato con la testolona da una mischia d’area, ma ha mandato palla fuori. Infine Cambiasso ha tentato la prova d’autore da fuori area, scoprendo in Benussi un portiere niente male: pronto al volo così come gli capiterà all’inizio ripresa davanti a uno sventolone di Adriano. Proprio Cruz e Adriano, appunto, sono state anime vaganti della compagnia. Cruz bravo a giocar di sponda per tutti. Adriano pronto a girare al largo, a calciar palloni da fuori area, mai dirompente nel farsi largo.
Insomma l’Inter non ha mai mollato la gestione della partita, ha prodotto occasioni da rete, ma non è stata mai decisamente perforante. Il Lecce ha sfruttato la situazione affidando la bontà del gioco a Ledesma (poi espulso per doppia ammonizione) e Delvecchio, la difesa all’attenzione di Benussi e Stovini, l’attacco alle percussioni di Cassetti (nella ripresa voleva un rigore per un intervento di J. Zanetti) e alla prontezza di Vucinic. Il tanto per tener gli avversari con l’animo in sospeso. Però, alla lunga, hanno vinto classe e voglia di scardinare la difesa leccese: Veron, dopo 20 minuti della ripresa, ha provato l’ennesimo tiro da fuori. Niente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.